Stefano Valdegamberi, consigliere regionale veronese, ha presentato una mozione per l’abolizione del payback in sanità che sta distruggendo le piccole e medie imprese della sanità favorendo l’oligopolio delle multinazionali e mettendo a rischio i servizi  ai cittadini.

In tanti anni – dice Valdegamberi- non ho mai trovato una legge così assurda e dannosa, palesemente incostituzionale, che continua ad essere applicata dai diversi governi, compreso l’attuale. Il payback sanità è un’esproprio proletario da parte di uno Stato che, prima ti obbliga a fare le forniture di dispositivi sanitari per non mettere a pregiudizio la salute dei cittadini e poi ti impone di restituire parte del fatturato realizzato con la vendita di questi dispositivi”.

In base a queste ineccepibili considerazioni Valdegamberi nella sua mozione chiede alla Regione la sospensione di ogni richiesta di restituzione in attesa dei pronunciamenti giurisprudenziali o in una auspicabile revoca della norma da parte dello Stato.  

«L’applicazione di questa legge – continua – porterà alla mattanza di centinaia di Pmi italiane, con conseguente licenziamento di migliaia di persone qualificate. Si farà morire un settore imprenditoriale importante che lavora in simbiosi con il sistema sanitario italiano, non senza comportare gravi ripercussioni e disagi sulle forniture e sulla funzionalità dei servizi sanitari.”

Daremo in mano tutte le forniture di dispositivi sanitari a poche multinazionali che agiranno indisturbate in regime di oligopolio, imponendo prezzo e condizioni alla sanità italiana. È questo che vuole il governo? Non credo.”

Rimango basito che questa legge si stia attuando in silenzio mentre si continua a dichiarare che occorre salvaguardare le aziende nazionali. Abbiamo visto in tempo di covid come può essere pericolosa la totale dipendenza dall’estero di certi dispositivi! Mi auguro – conclude Valdegamberi- che si passi dalle parole ai fatti: la sovranità e l’autosufficienza sanitaria passa anche dal ritiro del payback e dalla tutela delle Pmi italiane.”

Il resto sono chiacchiere. Con una mozione di cui sono primo firmatario oggi il Consiglio regionale del Veneto ha chiesto al governo di rivedere queste norma assurda“.