Stadio: continua l’emergenza rifiuti in terza circoscrizione con moltissime segnalazioni da parte dei residenti: i cassonetti dell’Amia o vengono svuotati con ritardo o non vengono sanificati adeguatamente. Non vengono neppure pulite le piazzole dove insistono con grave disagio per gli utenti, per i numerosi turisti che scelgono lo Stadio per i B&B prossimi alla stazione ed al centro, e per il decoro di uno dei più popolosi quartieri della città. La fotografia ritrae lo stato dei cassonetti Amia in fondo a via Negrelli diventati la cloaca a cielo aperto di una colonia di senza tetto che dormono di notte nell’angolo con via Albere, a fianco di un esercizio di generi alimentari.
Stadio: condizioni al limite anche per i nomadi
La situazione non è nuova ed è nota a tutti. Nonostante da più di un anno questo gruppo di persone dorma (estate o inverno non fa differenza) all’addiaccio, in mezzo a tantissimi rischi per la loro incolumità (la zona è popolata anche da numerosi ratti), nulla viene fatto per far loro una sistemazione più decente. Sono costretti ad espletare – uomini e donne – i loro bisogni corporali in mezzo alla strada, fra i cassonetti, alla vista di chi passa. Anzi, a seguire le segnalazioni dei gruppi su Facebook dei residenti dello Stadio, persino nel parcheggio assegnato ai nomadi oltre il compound dello Stadio – foto qui sopra – le condizioni di utilizzo dei cassonetti Amia sono al limite.
Stadio, anche la Spianà nel mirino
Ad aggravare la situazione – altra denuncia pubblicata su Facebook – le strategie utilizzate da residenti di altri quartieri e comuni limitrofi allo Stadio che per evitare di sottostare alla raccolta porta-a-porta ed ai controlli dei rispettivi comuni, caricano le loro auto di sacchi di immondizia indifferenziata che poi gettano nei cassonetti Amia. Il problema coinvolge anche la Spianà che da potenziale “polmone verde” rischia di diventare una vera e propria discarica.
Il risultato è che le condizioni igienico-sanitarie del quartiere sono sempre più precarie. Si sta cercando di ottenere un maggiore controllo con telecamere davanti ai cassonetti anche se – attenzione: ci sono voluti due anni di proteste per “riavere” il secondo cassonetto Amia improvvidamente tolto nel recente passato, chissà quanto ci vorrà per una telecamera… – forse sarebbe più indicato un servizio temporanei di bagni pubblici, i casottini in uso nei cantieri edili, per garantire alla colonia degli homeless un minimo di parvenza di civiltà.
In alternativa, una sistemazione più degna per queste persone. Oppure, uno sgombero forzato.
Iniziative, entrambe, che denoterebbero un controllo efficace del territorio. Anche se lontano dalla ZTL e dagli occhi della nostra “caviar gauche“…