Turismo di qualità, accessibilità, parcheggi, traforo sono problemi che stanno a cuore a chi nel centro storico ci lavora.
Ad appena poco più di un anno dal suo insediamento a palazzo Barbieri si percepisce in città uno scollamento fra i cittadini e l’amministrazione comunale. Passati i primi mesi dell’inevitabile assestamento, troppe cose non vanno. E quello che alle elezioni comunali era apparso come un idillio fra la maggioranza dei veronesi e Damiano Tommasi ora s’è trasformato in una delusione e un’irritazione che allontana sempre più la gente dal Palazzo.

Gli esercenti del Centro Storico 

E’ in questi momenti che i corpi intermedi assumono un ruolo fondamentale per la democrazia, perché assumono quel ruolo di supplenza nel rappresentare le istanze dei cittadini. Ed è proprio in questo ruolo che va considerata la Corporazione Esercenti Centro Storico Verona, fondata nel 2020, che raccoglie 600 esercenti del cuore della città. Il presidente è Tiziano Meglioranzi, esercente del centro titolare della storica galleria ‘Il Mercante d’Oriente’, ora ‘Artep‘ negozio di tappeti di pregio, oggetti d’arte e d’antiquariato di arti primitive.

gli obiettivi per il centro storico


L’Adige lo ha incontrato per capire come si pongono i commercianti del centro nei confronti delle problematiche che stanno emergendo in città. Con lui, il vicepresidente della Corporazione Davide Albertini del negozio Giulietta Verona, prospicente l’ingresso della Casa di Giulietta.

Una volta il centro storico respirava

Verona, chiediamo al Presidente della Corporazione, è una delle più importanti città turistiche italiane. Specie negli ultimi anni l’afflusso dei visitatori è aumentato a dismisura e crea dei problemi. Si parla di ‘Over turism’. Qual’è la sua posizione in merito?

«Io ricordo la Verona degli anni ’80 e ’90: un turismo di qualità interessato allo shopping e a visite esperienziali nei musei, che organizzavano mostre di livello internazionale. Una città che “respirava” e faceva “respirare” turisti, residenti ed esercenti. Nasceva la mostra dei Presepi in Arena che faceva un numero incredibile di visitatori! C’è stato poi un aumento esponenziale di eventi stile sagra paesana, corse podistiche ad iosa, mercatini di Natale, Pasqua, eccetera».

Manca il turismo di qualità

«A mio avviso – continua Meglioranzi- iniziative che hanno portato sempre più un pubblico “basso spendente” interessato solo a questi eventi e non alla città con tutto il suo contesto: musei, gallerie d’arte, negozi tradizionali e brand internazionale; con la città invasa da centinaia di migliaia turisti, molte volte d’estate in ciabatte e costume. 
Parallelamente, vista la difficoltà di accedere comodamente al Centro, si è sempre più allontanato da Verona quel pubblico colto e più “alto spendente” che cerca e ama lo slow-shopping e le visite museali. Cittadini della provincia e turisti delle città limitrofe che mancano molto a tutto il comparto commerciale della città».

Troppe sagre paesane in centro storico

Oltre al turismo, ci sono gli eventi. Forse troppi e di scarsa qualità che ‘consumano’ il centro ed hanno un indotto irrilevante. Quali e quanti secondo lei se ne possono fare?

«C’è stato, in particolare nell’ultimo decennio, un aumento esponenziale di eventi stile sagra paesana, corse podistiche, mercatini di varia natura, eccetera – risponde Meglioranzi-.
Già con la passata, ma soprattutto con questa Amministrazione, abbiamo chiesto venisse realizzato un master plan degli eventi che potesse servire per capire quantità e tipologia delle manifestazioni, fissando un tetto limite per ognuna di esse. Mai realizzato. Questo avrebbe permesso, nel momento che qualche società avesse chiesto di organizzare, per fare un esempio, una corsa podistica, avendo valutato che nell’arco dell’anno massimo Verona può supportarne 5, alla richiesta di una sesta la risposta sarebbe stata immediatamente negativa».

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«In merito a “quali eventi”, a mio avviso tutti quelli che sono incentrati nel food, andrebbero ridotti. Sotto questo aspetto, Verona ha già un comparto importante da salvaguardare, con moltissimi bar, ristoranti, osterie, salumerie, esercizi specializzati e di qualità».

Sempre nell’ambito degli eventi c’è il ‘Mercatino di Natale’. Che cosa ne pensa, Presidente, dell’idea del Comune di spostarlo d parte a partire già da quest’anno?

Ritengo che discutere di questo a quasi un mese dall’inizio della manifestazione, sia un po’ una mancanza di attenzione nei confronti di chi, su questo evento, lavora da mesi. E noi rispettiamo sempre chi lavora, a prescindere. Se ne doveva parlare già da febbraio-marzo. Comunque, se si dovesse arrivare ad un cambiamento sin da subito, penso che la soluzione di Piazza Brà possa essere una soluzione di compromesso percorribile. Ma su questo argomento lasciamo ad organizzatori e Amministrazione la scelta. 

Che cosa ne pensa del Piano Folin?

«Penso – risponde deciso Meglioranzi- che l’aspetto più impattante e controverso si riferisca alla trasformazione in un Hotel 5 stelle di una parte degli ex Uffici di Cariverona in via Garibaldi; su questo noi della Corporazione Esercenti siamo totalmente favorevoli. Tra l’altro, l’anno scorso avevamo fatto un sondaggio tra i nostri oltre 600 inscritti sul gradimento o meno dell’intervento; il risultato è stato favorevole alla nuova destinazione d’uso per oltre il 90%. Bisogna considerare che in quella zona, con gli uffici Unicredit operativi, lavoravano oltre 800 persone; che tenevano viva quella parte di città sostenendone anche la sopravvivenza economica».

Ci vuole un turismo che spende

Meglioranzi continua: «Il problema delle auto che sarebbero arrivate con i clienti dell’Hotel, preso come scusa dai detrattori, è un falso problema in quanto la maggioranza di questi clienti sarebbe stranieri che arrivano in Italia in aereo, o taxi se proveniente da altre città limitrofe come Venezia. E poi qualcuno ci spieghi come arrivavano precedentemente i dipendenti di Unicredit: non certo tutti in bicicletta. Noi esercenti abbiamo bisogno di un turismo di fascia alta che sostenga tutto il comparto ed in particolare quello dei brand del lusso…. Che piano piano se ne stanno andando per mancanza proprio di questa clientela “alto spendente”. Forse può servire come paragone quello che c’è in corsa a Venezia in questo momento; mi risulta siano in corso d’opera 4/5 Hotel 5 stelle». 

Il traforo

Quali sono secondo le opere più urgenti da realizzare a Verona?
Risponde Davide Albertini, vicepresidente della Corporazione.
«Questa domanda va di pari passo con l’immobilismo della città negli ultimi 40 anni. Andando in ordine cronologico, potremmo iniziare proprio dal traforo delle Torricelle, croce e delizia per decenni di svariate amministrazioni che si sono succedute a Palazzo Barbieri, un intervento da fare subito…prioritario».

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«Altro tema “caldo” sono i parcheggi pubblici: tutt’intorno alla città non ce ne sono abbastanza a nostro avviso, perlomeno non bastano nei momenti di punta e sono mal connessi al centro. Servono poi servizi Bus Navetta rotatori gratuiti di avvicinamento alla ZTL. Adigeo ha circa 150 negozi e 2.000 posti auto gratuiti! Come possiamo noi operatori del Centro competere? In proporzione servirebbero 20.000 posti auto gratuiti per poter competere!

Il comparto dei negozi del Centro Storico – continua Albertini- deve essere considerato dall’Amministrazione, come un vero e proprio Centro Commerciale Naturale da proteggere e valorizzare. A meno che l’obiettivo di una parte degli attuali amministratori e del presidente della Prima Circoscrizione non vogliano un Centro Storico alla stregua di un luogo “spento”. Purtroppo, però, e’ proprio questo che stiamo percependo da parte di alcuni esponenti dell’attuale giunta e delle Circoscrizioni.

L’Aeroporto di Verona è poi oggi un altro tema importante da affrontare.

Altro tema sono i luoghi di aggregazione per i giovani ma non solo».

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Piazza Erbe. Che cosa ne pensa dell’idea di liberarla dai banchetti?

Davide Albertini non ha dubbi. «Sbagliato! – afferma deciso-. I banchetti sono parte della storia di Verona. Non lo sono certamente i ceni commerciali che sono sorti negli ultimi 40 anni. E nemmeno certe attività del food che nulla hanno a che fare con la storia e la qualità della ristorazione veronese.  A nostro avviso si dovrebbe intervenire sulla tipologia dei prodotti esposti e sulle modalità espositive. Si potrebbe poi intervenire da parte dell’amministrazione sul favorire la sostituzione di alcuni banchi con altri che siano più legate alla storia della piazza.  Come? Si paga una buona uscita ad alcuni degli esercenti e si favorisce l’ingresso di giovani che abbiano un progetto imprenditoriale in linea con la mission: riportare maggiormente il focus delle attività sulle tradizioni merceologiche veronesi e sulla vendita di oggetti riferiti a Verona…e non a Venezia».

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Casa di Giulietta. Entrata dal Teatro Nuovo o continuare così? 

«Il solo pensiero di “continuare così” è una follia – esclama Albertini. Sono oltre due decenni che ormai questo sito ha una frequentazione numericamente altissimo.  Sono anni che si portano proposte fatte solo per “far fare cassa”… a discapito della sicurezza, della vivibilità del luogo ma soprattutto del rispetto per il visitatore.
Via Cappello, proprio nel punto in cui si entra all’interno del volto che conduce al cortile ed alla casa, è la parte più stretta della Via. Ovviamente, – osserva il vicepresidente della Corporazione- oltre alla divisione di ingresso ed uscita, si dovranno porre in essere tutte quelle piccole attenzioni a contorno e di cui sono a conoscenza le varie parti implicate nel progetto, che possano rendere il tutto un successo grandioso, in cui finalmente la Via sarà fruibile, non ci saranno più intasamenti di sorta, le persone non sosteranno più davanti al volto e finalmente non si dovrà più ricorrere a soluzioni estreme come quelle di rendere Via Cappello a senso unico, penalizzano di fatto tutte le attività economiche presenti nella Via».

L’amministrazione Tommasi

La sua ‘Corporazione’, Presidente, è “apartitica, pluralista e democratica”, ma inevitabilmente, con i suoi 600 aderenti, ha un peso politico. Come giudica l’amministrazione Tommasi, sia in generale, sia in rapporto alle problematiche del centro storico?

«Prima delle elezioni – ricorda Meglioranzi- avevamo sottoposto ai vari candidati Sindaco, un documento con una serie di domande su quello che noi ci saremmo aspettati dalla coalizione che avrebbe amministrato Verona nei successivi 5 anni. Ad oggi, al di là di un maggior coinvolgimento ai vari tavoli di lavoro rispetto il passato più recente e ad un maggior ascolto sul tema del nuovo accesso alla Casa di Giulietta, trattato con l’Assessore Ugolini, ad una possibile riorganizzazione dei Mercatini di Natale per il 2024 …dobbiamo rilevare un certo impasse. Situazione buche nelle strade, nettezza urbana, furti, clochard sbandati in libera circolazione, ritardo nella valutazione/accettazione/organizzazione eventi, mancanza di mostre di alto livello, telecamere accesso ZTL che multano sia in entrata che in uscita.  Alcune situazioni in continuità con la passata Amministrazione, altre da imputare a quella attuale».

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E continua Meglioranzi «rileviamo invece da parte di alcuni Assessori e della coalizione di sinistra della Prima Circoscrizione, una attenzione spasmodica a “risolvere” velocemente il “problema” ZTL. Che l’Assessore Tommaso Ferrari vorrebbe allargata a tutto il Centro Storico e chiusa h24; in questo coadiuvato dal presidente della Prima Circoscrizione Lorenzo Dalai e dal presidente di VeroCentro Michele Abrescia, una associazione di residenti minoritaria rispetto la totalità. Il nuovo piano della sosta del PUMS proposto, prevede l’aumento degli stalli di sosta a pagamento e l’aumento delle tariffe. 
E ripetiamo, senza minimamente accennare ai grandi problemi irrisolti: mancanza di parcheggi pubblici a ridosso della ZTL, mancanza di Bus navetta di collegamento ZTL e rotatori attorno all’ansa dell’Adige, Traforo delle Torricelle (da noi per primi riproposto ancora una volta recentemente), parcheggi biciclette “in sicurezza”, maggiori telecamere di sorveglianza… per citarne alcuni. 

Il tutto – conclude Meglioranzi- produrrebbe la “morte” del Centro Storico e quella di centinaia di attività, con conseguente perdita di lavoro per migliaia di lavoratori.  In ogni caso sull’attuale Amministrazione, una valutazione più obiettiva si potrà fare a metà mandato; lì ci sarà la prima valutazione da parte dei cittadini e degli operatori  sul lavoro svolto: pollice dritto o pollice verso».

Verona ferma da 40 anni

Verona è ferma da 40 anni. Al di là del colore delle amministrazioni che si sono succedute, qual è, secondo lei, la causa prima di questo immobilismo?

La risposta la dà il vice presidente Albertini. «Verona soffre di un atavico problema, diagnosticato anni or sono da un grande industriale Italiano: Gianni Agnelli. Siamo “provinciali”…, piaccia o no questa è in buona sostanza l’estrema sintesi di un immobilismo che ha “paura” dei cambiamenti, ha il “terrore” di evolvere, si sente mancare la terra sotto ai piedi al sol pensiero di mutare qualcosa…, pensiamo che ci sono voluti ben oltre 30 anni per congiungere le due canne di una circonvallazione interna che oggi forse è già obsoleta, visti i volumi di traffico…

Ci narrano i nostri nonni che del famigerato traforo se ne parla sin dagli anni ’50…, ma nel frattempo continuiamo a far passare le auto sopra ad un lembo di terra sospeso sopra all’Adige, pregando che regga per l’eternità… Manca ed è mancato di fatto ad un po’ tutte le amministrazioni che si sono susseguite,- rileva Albertini-  il vero coraggio per portar e a termine progetti di lunga visione. Vedremo a Maggio 2027 quello che l’attuale amministrazione avrà messo nella lista delle opere eseguite e, a quel punto si potranno fare tutti i confronti del caso e tirare le debite somme».