(di Stefano Cucco) I cambiamenti climatici tra siccità, aumento delle temperature ed eventi estremi influenzano notevolmente la distribuzione e l’accesso alla risorsa acqua. Queste le tematiche affrontate durante il convegno “Evoluzione dei sistemi d’irrigazione per il risparmio idrico in agricoltura” organizzato nella propria sede dall’Ordine degli Ingegneri di Verona all’interno della Rassegna OPEN 100 “Crea-attività”.
“I temi dell’acqua e di come utilizzarla al meglio”, ha spiegato Matteo Limoni, legnaghese, presidente dell’Ordine degli Ingegneri, “sono fondamentali alla luce dei cambiamenti climatici che influenzano notevolmente la distribuzione e l’accesso alla risorsa. Il convegno ha l’obiettivo di presentare soluzioni efficienti per l’irrigazione e migliorare la produttività agricola”.
“E’ molto importante”, ha sostenuto dal canto suo Anna Rossi, vicepresidente dell’Ordine, “proseguire sulla pianificazione e progettazione di invasi per trattenere le precipitazioni alla luce anche dei finanziamenti messi in campo dal Governo per garantirne l’attuazione”.
Dopo un excursus storico della nascita di uno dei più antichi Consorzi d’Italia (Consorzio Fibbio) a cura del professor Luigi Grezzana, direttore del Corso superiore di Geriatria della Scuola Medica Ospedaliera di Verona, e dell’organizzazione consortile di bonifica nella provincia di Verona da parte di Roberto Bin, già direttore Generale del Consorzio di Bonifica Veronese, sono intervenuti esperti del settore.
“Il settore agricolo”, ha ribadito Roberto Penazzi dell’Ordine degli ingegneri e moderatore del convegno, “utilizza circa un 60% dell’intera domanda di acqua del Paese, seguito dal settore industriale ed energetico, rispettivamente con il 25% e da quello degli usi civili per il 15%. Che sia di fiumi e laghi oltre che di falde profonde, l’acqua è utilizzata costantemente per la produzione del cibo che portiamo sulle tavole ogni giorno ma, allo stesso tempo, l’uso che si fa dell’acqua in agricoltura è determinante per tutelare questa preziosa risorsa. Bisogna mettere in atto studi e strategie per utilizzare l’acqua al meglio”.
Invece, Michele Ferri, dirigente progetti speciali all’Autorità di bacino distrettuale delle Alpi orientali, ha evidenziato che : “Sono giornate importanti quelle attuali in quanto l’Autorità di Bacino con le regioni Veneto e Friuli-Venezia Giulia e con le province autonome di Trento e Bolzano sono in attività per il caricamento delle proposte d’intervento nel piano nazionale Piano nazionale di interventi infrastrutturali e per la sicurezza del settore idrico (Pnisi).”
“Tutte le necessità del territorio saranno portate al tavolo nazionale – continua Ferri – A fronte di un’esigenza idrica di 5700milioni di metri cubi annui di acqua di cui 4100 sono per l’agricoltura, nei momenti in cui la disponibilità idrica è carente sappiamo quanto va in sofferenza il territorio. E’ importante, quindi, agire con interventi strutturali per tutelare la risorsa idrica e renderla disponibile per tutti gli usi”. Il cambiamento climatico si manifesta sul nostro territorio con inverni sempre meno nevosi e precipitazioni disomogenee nel corso dell’anno, che danno luogo, tra l’altro, a lunghi periodi siccitosi che mettono a dura prova l’economia agricola veronese. “
Quali sono le possibili soluzioni?
“Dati alla mano”, ha sottolineato nella sua relazione Andrea De Antoni, Direttore tecnico del Consorzio di Bonifica Veronese, “la realizzazione di piccoli e grandi invasi, quand’anche accettata dalle comunità che li ospiterebbero, rischia di essere solo un palliativo se considerata su grande scala. Ecco, quindi, che le conversioni irrigue rappresentano l’unica proposta tecnicamente ed economicamente sostenibile, non solo per ridurre i volumi nelle zone dove ancora si pratica l’irrigazione a scorrimento a beneficio delle zone ancora prive di infrastrutture, ma anche per continuare a garantire l’equilibrio ambientale nei territori di pianura, sempre più siccitosi a causa dell’impoverimento della falda acquifera”.
L’ingegner De Antoni durante l’intervento ha illustrato recenti interventi del Consorzio che, ha detto, “oltre a prevedere la conversione irrigua, sono volti a ottimizzare i consumi energetici e a produrre energia sfruttando i salti esistenti lungo i canali irrigui consortili”. Marco Bezzi dell’Università di Trento-Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale e Meccanica e regional manager di WiseConn ha approfondito il tema: “La tecnologia in aiuto alla razionalizzazione dei consumi idrici in agricoltura”.
Bezzi ha riferito: “Gli effetti del cambiamento climatico come l’aumento delle temperature rendono ancora più importante gestire con precisione l’acqua in agricoltura. È evidente l’accelerazione che c’è stata negli ultimi 5-6 anni per quanto riguarda l’adozione di tecnologie sempre più innovative in agricoltura. Nel settore dell’irrigazione sta aumentando sempre più l’adozione di sensoristica di vario tipo per il monitoraggio di dati climatici e ambientali. Sta aumentando anche l’esigenza di gestire da remoti grandi impianti di irrigazione al fine di arrivare ad un’irrigazione sempre più di precisione anche grazie a sistemi di supporto alle decisioni basati su dati satellitari o su misure dirette della pianta e del suolo.”
“Il settore dell’agricoltura è predisposto all’innovazione ma ha bisogno di essere accompagnato con esempi concreti in campo. – spiega Bezzi – Durante la stagione 2023, ad esempio, Università e WiseConn hanno iniziato due progetti di sperimentazione a Soave in stretta collaborazione con Cantina di Soave e Consorzio Alta Pianura Veneta. Lo scopo è quello di raccogliere dati in campo utili a comprendere quanto si sta irrigando e come si potrebbe ottimizzare l’irrigazione se gli impianti fossero dotati di sistemi di monitoraggio e controllo da remoto.”
Conclude: “I dati della prima stagione irrigua saranno analizzati e confrontati con quelli delle prossime stagioni al fine di creare un dataset su più anni che possa servire a Cantina, Consorzio e Coltivatori a prendere decisioni sulla futura gestione dell’acqua”.
Invece, Nicola Dell’Acqua, Commissario Nazionale alla siccità, si è soffermato sulle “Strategie nazionali sul contrasto alla crisi idrica”, evidenziando cos’è un’emergenza idrica. “Se analizziamo la situazione degli ultimi due anni, l’anno scorso c’è stata una siccità che ha contribuito all’emergenza idrica mentre l’annata che abbiamo appena trascorso non è stata siccitosa ma ci sono state emergenze idriche sul territorio nazionale.”
“Quindi, in Italia l’acqua non è gestita secondo i fabbisogni: abbiamo troppe richieste e poca capacità d’invaso soprattutto in alcuni territori. La situazione oggi è a macchia di leopardo con alcune Autorità di distretto che possono reggere bene alcuni scompensi tra domanda e offerta e altre no. L’emergenza idrica è causata da una cattiva gestione dell’acqua. Nel veronese”, ha concluso Dell’Acqua, “la situazione in questo momento è ordinaria. Come in tutte le zone della Pianura Padana a sinistra Po e a destra-sinistra Adige il bilancio dell’acqua è dato dalle possibili nevicate. Quindi per dire se l’anno prossimo ci sarà difficoltà o meno a reperire acqua per le irrigazioni, lo sapremo solo in base alla quantità di neve che cadrà quest’inverno”.