Adesso mancano anche 6 mila specializzandi. Ma a Medicina il numero chiuso rimane. Nel 2022 ne sono mancati quasi 3 mila. Le iscrizioni alle scuole di specializzazione sono crollate. Su 16.165 posti ne vengono coperti solo 10.040. I posti vuoti sono passati dal 20% al 38%. Dati dell’Associazione Liberi Specializzandi ed Anaao Giovani chevedono come causa “la scelta di aumentare indiscriminatamente tutte le tipologie di contratti utilizzando un algoritmo inefficiente, senza idonea programmazione e né riforma della formazione medica”.
Dove mancano gli specializzandi
Andando a vedere le specialità quella in Medicina di comunità e cure primarie è coperta solo per l’8%: in Virologia per l’11%; in Farmacologia per il 12%; in Radioterapia per il 13%; in Patologia Clinica per il 14%; in Medicina di Emergenza ed Urgenza per il 24%; in Cure palliative per il 28%; in Chirurgia Toracica per il 37%; in Genetica medica per il 41%; in Igiene per il 43%; in Malattie Infettive per il 44%; in Chirurgia generale per il 45%; in Nefrologia per il 45%. In Anestesia e Rianimazione e in Geriatria per il 53%; in Medicina Interna per il 57%; in Ematologia per il 63; in Medicina riabilitativa per il 65%; in Cardiochirurgia per il 67%. In tutte le altre il calo è fra il 28% di Oncologia el’1-5% di Dermatologia, Malattie cardiovascolari, Oftalmologia.In genere soffrono le specialità ‘ospedaliere’, mentre stanno meglio quelle che permettono la libera professione. E questo la dice lunga su una delle principali motivazioni del crollo, che è da individuare nelle retribuzioni inadeguate dei medici ospedalieri.
Col numero chiuso un medico specialista in emergenza ogni 125 mila abitanti
Se poi si considera il tasso di abbandono che s’aggira sul 20% “tra 5 anni – prevedono le due associazioni- avremo meno di due nuovi specialisti di medicina di emergenza per ogni provincia italiana ovvero un solo specialista ogni 125.000 abitanti”.
La soluzione per l’Associazione Liberi Specializzandi ed Anaao Giovani “è riformare la formazione medica post-laurea, archiviando l’impianto formativo attuale con un contratto di formazione-lavoro ed istituendo i learning hospital, con specializzandi che hanno i diritti e i doveri dei dirigenti medici in un contratto incardinato nel Contratto nazionale di lavoro della Dirigenza, e con retribuzione e responsabilità crescenti”.
Il numero chiuso all’origine di tutto
Ma a monte di questa ulteriore crisi che si abbatte sulla sanità rimane sempre il numero chiuso per l’accesso alla facoltà di Medicina. I suoi sostenitori avevano sempre detto che il problema della mancanza di medici non sta nell’accesso a Medicina, ma nei posti limitati delle scuole di specializzazione post laurea. Eccoli serviti! Questi dati dimostrano in modo incontrovertibile che non è così. Che i posti nelle scuole di specialità ci sono, ma mancano gli studenti. E se mancano alla fine dei 6 anni di studio è perché sono pochi quelli che iniziano a causa del numero chiuso.
Nella provincia di Verona ci sono 197 ruoli di medici di famiglia scoperti. Se si considera una media di 1.500 assistiti per ciascuno, significa che nel veronese ci sono quasi 300 mila persone che non hanno un medico di base. C’è bisogno d’altro per far capire che il numero chiuso va abolito immediatamente?