(di Stefano Tenedini) Definirlo solo un accordo sarebbe riduttivo: in un settore non solo così centrale per l’economia ma di forte impatto sulla vita di tutti, l’intesa di collaborazione raggiunta da ATER e Ance, in collaborazione con gli ordini e i collegi professionali del comparto, ha il sapore di un’alleanza che potrebbe ridefinire l’edilizia sotto il profilo della sostenibilità e avrà un impatto positivo sull’ambiente e sulla vita dei cittadini.
L’impegno interdisciplinare delle organizzazioni coinvolte punta infatti a “un futuro più verde e sostenibile nella provincia veronese”, come sottolinea una nota. Oltre ai costruttori riuniti in Ance Verona e all’Azienda Territoriale per l’Edilizia Residenziale – ATER hanno aderito gli Ordini degli Architetti, degli Ingegneri e dei Periti industriali e il Collegio dei Geometri. Insieme hanno firmato un patto che promuove lo sviluppo dell’edilizia sostenibile sia in ottemperanza alle normative sui criteri ambientali minimi che alle iniziative del PNRR, il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR). A maggior ragione visto che le costruzioni hanno un significativo impatto ambientale, contribuendo al 45% del consumo di energia in Europa, al 50% dell’utilizzo delle risorse naturali e al 50% della produzione di rifiuti.
Pianificazione, specifiche tecniche, progettazione e qualità dei materiali
L’intesa prevede l’impegno dei sottoscrittori “a collaborare attivamente per favorire la realizzazione di progetti di edilizia pubblica sostenibile attraverso attività di formazione e supporto al personale di ATER Verona”, prosegue la nota. Queste attività riguarderanno la pianificazione, la definizione delle specifiche tecniche, la verifica e il controllo delle fasi di progettazione, con un’attenzione particolare alla conformità con i criteri ambientali minimi, nella ricerca della soluzione migliore sul piano progettuale, di prodotto o di servizio sotto il profilo ambientale lungo tutto il ciclo di vita: in questo caso degli edifici.
“I bonus e il PNRR ci ha permesso di investire per migliorare la qualità ambientale degli edifici ottenendo anche risparmi per chi abita nei nostri immobili”, ha esordito il presidente di ATER Matteo Mattuzzi. “Grazie a questo accordo ci aspettiamo una migliore qualità nelle costruzioni già a partire dalla progettazione, e quindi anche una migliore vita degli edifici. Siano è fortemente impegnati nella promozione della sostenibilità ambientale e nel fornire abitazioni confortevoli e ad alte prestazioni ai residenti”. E per il direttore di ATER Franco Falcieri “la firma di oggi non è un punto d’arrivo ma una partenza. Adesso toccherà alla struttura tecnica metterne in pratica i contenuti”.
Trestini: “L’obiettivo è la sostenibilità: edifici pubblici a impatto zero“
Carlo Trestini, presidente di Ance Verona, è soddisfatto “per esserci ritrovati uniti in un percorso che abbiamo condiviso prima ancora di iniziare le pratiche. Ater, per la rilevanza nel numero degli immobili gestiti e per l’importanza sociale”, ha quindi spiegato, “renderà possibile occupare meno suolo, creare spazi verdi e piazze e assicurare benefici ai residenti. Andremo verso la creazione di fabbricati che non siano più un problema ma una soluzione: per questo cercheremo di coinvolgere altri enti pubblici nelle stesse logiche di questo accordo”. In prospettiva l’obiettivo è rendere le costruzioni pubbliche a impatto zero, con un’attenta pianificazione e una costruzione di alta qualità che contribuiscano a preservare il territorio e non a deturparlo. “I criteri ambientali spingeranno la filiera a passare da una logica di riduzione dei costi al calcolo del ciclo di vita dei fabbricati”.
“Considerato che le costruzioni sono un settore ad alto impatto, questa intesa permetterà proprio di incidere sul ciclo di vita degli immobili”, ha detto Matteo Faustini, presidente dell’Ordine degli Architetti. “Occorre però rivedere l’approccio alla pianificazione delle opere, ed è responsabilità dell’intera filiera professionale trovare soluzioni sostenibili per la progettazione e la realizzazione degli edifici: una nuova visione di riqualificazione urbana grazie a criteri che non siano solo normativi”.
Per il presidente dell’Ordine degli Ingegneri Matteo Limoni, “questi criteri sono un punto di riferimento per la sostenibilità in edilizia, e poter disporre di competenze articolate consentirà di operare con una visione integrata. Gli edifici sostenibili richiedono un approccio ad aspetti energetici, idraulici, idrogeologici, domotici ed elettronici, oltre al controllo dell’inquinamento indoor. Per questo sarà necessaria una formazione adeguata per gli operatori”.
“Progettare e costruire edifici diventa sempre più complesso e richiede l’interazione tra i professionisti per condividere le conoscenze, ottimizzare le risorse e ridurre i tempi e i costi”, ha aggiunto Romano Turri, presidente del Collegio dei Geometri, “per non soddisfare solo le norme di legge ma anche l’esigenza comune di vivere in un ambiente abitativo di qualità. Per questo ritengo questo accordo di settore un modello da replicare”.
Sulla rigenerazione degli edifici ha posto infine l’accento Bruno Marchetti, presidente dell’Ordine dei Periti industriali. “Se in futuro si dovesse demolire un fabbricato, con il rispetto dei criteri minimi sarà possibile riutilizzarne i materiali, in modo che non sia una fonte di inquinamento o finisca a riempire le discariche. Siamo solo all’inizio di un percorso che pone al centro il risparmio energetico, la ventilazione meccanica controllata, il controllo dell’umidità e il comfort termo-igrometrico”, ha concluso. “Specializzazioni che offriranno opportunità significative al settore per sviluppare competenze di alta qualità”.