I magistrati veneti ribattono a Flavio Tosi: “la sospensione dei dodici poliziotti veronesi è legittima e Tosi ha valicato i limiti di una corretta critica”. Lo mette nero su bianco una nota dell’Associazione Nazionale Magistrati: «L’articolazione veneta dell’ ANM (GES Veneto) reputa doveroso intervenire, ancora una volta, in merito alle esternazioni del deputato di Forza Italia, Flavio Tosi, pronunciatosi nei giorni scorsi sul caso dei 12 poliziotti della Questura di Verona, indagati per l’ipotesi di reato di tortura e/o lesioni e/o peculato e/o falso in atto pubblico, nei cui confronti è stata emessa la misura interdittiva della sospensione dal servizio per 12 mesi.
ANM, sospensione obbligata se ne ricorrono gli estremi
Ancora una volta stigmatizziamo l’intervento di Flavio Tosi che si spinge fino al punto da affermare, con una nota pubblicata sulla propria pagina Facebook, diffusa anche su testate online come www.giornaleadige.it, tgverona.telnuovo.it, www.veronasera.it, www.virgilio.it,: “quello del GIP è un provvedimento immotivato, ideologico e che calpesta il diritto, poiché gli agenti come qualunque cittadino, secondo la Costituzione italiana sono innocenti fino al terzo grado di giudizio (e per me sono innocenti in assoluto e i processi lo accerteranno”.
Replichiamo fermamente – prosegue la nota – che riteniamo valicati i limiti di una corretta critica: le suindicate affermazioni sono gravissime e offensive.
E’ noto che la presunzione di innocenza non significa che le persone sottoposte ad indagine penale non possano, cautelativamente, essere sospese dal servizio, come sembra affermare il deputato Flavio Tosi.
E’ noto invece che devono essere sospese se ne ricorrono gli estremi. E’ noto come la vicenda per cui è in corso il procedimento è venuta alla luce a seguito di un’indagine svolta dagli stessi colleghi dei poliziotti e vogliamo rammentare che il nostro ordinamento offre a ciascun cittadino strumenti di tutela nell’alveo dei molteplici rimedi impugnatori previsti dall’ordinamento. Resta ferma invece nei rapporti tra poteri dello Stato la necessità di reciproco rispetto“.