Paolo Danieli, ex-senatore, presidente de L’Officina, uno dei leader storici della destra veneta, vuole cambiare nome a Piazzale Cadorna. Lo chiede assieme a Massimo Mariotti, consigliere comunale di lungo corso e punto di riferimento della destra sociale veronese ed ai consiglieri di Circoscrizione Alberto Rizzati e Terenzio Stringa, di Fratelli d’Italia.
Danieli è come sempre diretto: «Il 4 Novembre sia l’occasione per cambiare nome a Piazzale Cadorna, generale che non solo è stato responsabile del disastro di Caporetto, ma di aver mandato inutilmente al macello decine di migliaia di soldati italiani, facendone fucilare almeno un migliaio in nome di una disciplina militare ottusa e crudele. Non si tratta di ‘cancel culture’. Ma solo, dopo più di un secolo e alla luce dell’unanime giudizio degli storici, di ripristinare la verità».
«E’ Cadorna – continua Danieli- che aveva dato ordine ai carabinieri di sparare alle spalle dei nostri soldati che non si lanciavano all’assalto. E’ lui che ha mandato al macello decine di migliaia di giovani per ordini insensati. E’ lui che ha fatto fucilare sul posto i disertori o i presunti tali. E’ lui che introdusse la decimazione per punire quei reparti accusati di codardia o indisciplina estraendo a sorte i condannati».
«E noi dobbiamo accettare di avere uno dei luoghi principali della città intitolati a Cadorna? Verona non lo può accettare».
Massimo Mariotti, condividendo la medesima riflessione ha sottolineato le responsabilità del comando militare di Cadorna ricordando che i militari italiani venivano mandati a morire per conquistare posizioni impossibili con ordini insensati, in quanto costretti ad attaccare sempre in salita dove il nemico era in posizione dominante.«Sono stati 13 mila i morti della Brigata Sassari che in tutto aveva 100 mila uomini. Una proporzione inaudita. E dei 600 mila morti e del milione di invalidi della prima guerra mondiale una grande responsabilità ce l’ha proprio Cadorna che è stato il Capo di stato maggiore dell’Esercito».
Alberto Rizzati ha sottolineato che «altre città hanno già preso la decisione di togliere il nome di Cadorna dalla loro toponomastica. Udine, per esempio, l’ha già fatto, ed anche Bassano del Grappa. Mentre Merano ha iniziato l’iter per farlo».
Terenzio Stringa ha dichiarato che condivide la proposta che fa emergere una doverosa verità storica.
E a chi intitolarlo allora? « Potrebbe essere ‘piazzale Ragazzi del ’99’ . Oppure ‘piazzale della Vittoria’.”
Ma la conferenza stampa di questa mattina ha un significato politico che va oltre la questione storica e toponomastica.
Il dato che emerge è un’inedita convergenza destra/sinistra. Proprio ieri Mao Valpiana, leader storico dei pacifisti e del Movimento Non Violento in una conferenza stampa aveva annunciato la raccolta firme per una petizione popolare per cambiare nome a Piazzale Cadorna. Medesimi i motivi. Diverse, ovviamente le sfumature. Ma si tratta di sfumature, non di sostanza.
Fino a qualche anno fa sarebbe stata impensabile una simile convergenza, pur su un argomento molto particolare. Una piccola cosa, se paragonata agli scontri epocali del ‘900. Ma è anche vero che i grandi cambiamenti sono sempre cominciati con le piccole cose.
Danieli, e come lui molti intellettuali di varia estrazione, da tempo sostiene il superamento delle categorie destra/sinistra, nate con la Rivoluzione Francese ed ormai obsolete, come dimostrato anche dal fenomeno dell’astensionismo elettorale. Un superamento che deve portare a delle nuove sintesi, in cui si possono ritrovare esponenti dell’una o dell’altra parte.
«Oggi – sostiene Danieli- il confronto politico più che sulle categorie destra/sinistra dovrebbe essere impostato su quelle sopra/sotto, intendendo per ‘sopra’ le oligarchie finanziarie che controllano gran parte del potere, ed per ’sotto’ i popoli che ad esse sono sottomessi. Per ‘sopra’, i pochi che diventano sempre più ricchi, e per ‘sotto’ la gente comune che lavora e diventa sempre più povera. Sarebbe bello che da piazzale Cadorna partisse una lunga marcia di persone di buona volontà che, scavalcando vecchi steccati, s’incontrano per fare il bene comune».