(di Gianni Schicchi) Riprende l’attività sinfonica della Fondazione Arena al Teatro Filarmonico con la partecipazione di un famoso violinista come Sergei Krilov, impegnato nel doppio ruolo di solista e direttore d’orchestra. Il concerto è stato concepito nel ricordo di Ezio Bosso, il celebre compositore e pianista prematuramente scomparso tre anni fa, che lasciò a Verona un’eccezionale testimonianza, dirigendo in Arena, qualche mese prima di morire, un magistrale Carmina Burana di Orff.
Nel programma di sala non poteva quindi mancare il suo Concerto n° 1 “Esoconcerto” , già inciso dal vivo per Sony al Teatro La Fenice di Venezia nel 2016, con lo stesso Krilov al violino: una pagina di commossa ispirazione che ci ricorda di vicino una sua frase lasciataci per l’occasione: “La musica è etica per natura. Essendo una grande fortuna, è anche una grande responsabilità.
Si chiede il tempo agli altri, bisogna restituirglielo in più e non in meno, che sia tempo guadagnato e non perso. La musica fa perdere “il” tempo, ma non fa “perdere tempo”, non è mai perdita di tempo. Riuscire in ciò avviene solo con la sincerità. Sincerità che deriva soprattutto dallo studio e dal trascendere se stessi come la musica stessa esige e insegna”.
Krilov ha voluto lasciare il brano come ultimo impegno del pomeriggio, stravolgendo l’ordine di esecuzione previsto, ponendo al primo posto il “Divertimento per archi” di Bela Bartok, da lui poi magistralmente diretto, per lasciare dopo la pausa, la scena al suo violino impegnato a destreggiarsi nel celebre “Fratres” di Pärt e nell’impegnativo “EsoConcerto” di Bosso.
Ne è uscita un’esecuzione di altissima fattura, dai suoni vibranti e avvolgenti, di travolgente bellezza. Non possiamo non segnalare ancora una volta le splendide doti tecniche e la musicalità sopraffina di Krilov, indirizzate verso una interpretazione tutta a fior di pelle, carica di passione e languore (secondo tempo del concerto di Bosso: un’oasi lirica di vera grazia meditativa), coadiuvata dall’impeccabile apporto dei quaranta archi areniani.
Conclusione del pomeriggio con due “mostruosi” bis: Prima Sonata di Bach e 24° Capriccio di Paganini, in grado di mandare letteralmente in visibilio il numerosissimo pubblico in sala, tutto in piedi per una standing ovation, con applausi ritmati indirizzati a Krilov e compagni.