Turismo rurale: 1.570 agriturismi in Veneto (454 in provincia di Verona, 337 nella Marca, 200 nel padovano, dati Istat), 449 fattorie didattiche (lo scorso 20 settembre è stato approvato il relativo elenco regionale) e un fatturato annuo che, in Regione, si attesta su almeno 1 miliardo di euro.
“È la nuova vita del turismo rurale”, commenta Cia Veneto, che presenterà il comparto, in crescita, in occasione del Salone del Turismo rurale e dei prodotti tipici: appuntamento al padiglione 1 di Veronafiere, nell’ambito di Fieracavalli, dal 9 al 12 novembre. Oltre agli stand istituzionali delle associazioni Cia Turismo Verde e La Spesa in campagna, saranno presenti l’agriturismo Capeeto di Padova, il birrificio agricolo artigianale B20 di Caorle e l’Ortodidattico Il Profumo della freschezza di Lusia (Rovigo).
“Il turismo rurale, ovvero tutte quelle attività riconducibili ad una vacanza, o ad un’uscita fuori porta, esperienziale e a stretto contatto con la natura, sta dimostrando di avere ampi margini di sviluppo – sottolinea il presidente di Cia Veneto, Gianmichele Passarini – Dopo la pandemia tale settore ha registrato un incremento del 5%: ciò significa che sempre di più le persone sono alla ricerca di spazi aperti, fuori dai circuiti tradizionali, dove trascorrere un tempo di riposo. Meglio ancora se disconnessi dai dispositivi elettronici”.
Il turismo rurale, aggiunge lo stesso presidente, “è in grado di intercettare la domanda di buon cibo, e quindi di prodotti tipici di qualità legati alla stagionalità, e di un approccio slow. I turisti, veneti e non, hanno così l’opportunità di gustare in maniera lenta, e lontano dalla confusione, sia le primizie che i paesaggi. Talvolta raggiungono la meta prefissata a piedi o in bicicletta, muscolare o elettrica”.
Turismo rurale. Valorizzazione del paesaggio e delle tradizioni
“Tutti gli attori del sistema sono chiamati a dare valore non solo alle eccellenze proposte – precisa Donata Cenedese, presidente di Turismo Verde Cia Veneto – ma anche al fattore umano e di conseguenza alle relazioni. Si tratta dell’elemento chiave per l’accrescimento del bene comune, in particolare nelle aree più interne della Regione”. “Fra gli obiettivi di Turismo Verde, la valorizzazione del paesaggio, della biodiversità e delle tradizioni culturali locali. Oltre che della filiera corta dal campo alla tavola”.
A tal riguardo Cia Veneto rileva che, sempre dopo la pandemia, vi è stata una riscoperta tanto della vendita diretta nelle aziende agricole che nei mercati agricoli dislocati in tutte le province: “La domanda è incrementata dell’8%, segno che le persone hanno compreso l’importanza di consumare prodotti stagionali d’eccellenza. Al Salone del Turismo evidenzieremo pure questo segmento: la qualità delle primizie al primo posto”.