Non è la prima volta che Report, la trasmissione d’inchiesta di Sigfrido Ranucci, s’interessa del Veneto e di Verona in particolare. Anzi, ultimamente, sia l’uno che l’altra sono spesso sotto la lente d’ingrandimento dei giornalisti di Rai 3. La trasmissione di domenica 5 novembre ha trattato delle infiltrazioni mafiose nella politica della regione ripercorrendo vicende di parecchi anni fa, quando un’inchiesta ha lambito anche l’allora sindaco Tosi, peraltro risultato poi completamente estraneo ai fatti nei quali si adombrava fosse coinvolto.

Report

La scusa per tornare sull’argomento ed estenderlo a periodi più recenti sono i verbali che riportano le dichiarazioni di un pentito della ‘ndrangheta di cui Report ha detto di essere in possesso.

Il pentito, tale Toffanin, sta raccontando ai magistrati molte cose sui rapporti fra il potere politico e amministrativo in Veneto e il ‘clan dei calabresi’. Tanto che la trasmissione ha esordito con questa frase: “il pentito che fa tremare Verona ed il Veneto”. L’Adige ha incontrato Stella Sole, titolare dell’agenzia investigativa messa più volte citata  dalla trasmissione di Ranucci.

Stella Sole sul servizio di Report

Trema anche lei, signora Sole, visto che Report l’ha tirata in ballo con suo fratello a proposito di un paio di vicende collegate tra loro e che vorrebbero adombrare rapporti con personaggi poco raccomandabili?

Assolutamente no, perché né io né mio fratello Teo abbiamo rapporti con questi personaggi. L’unica persona coinvolta nelle indagini con la quale abbiamo avuto contatti è Nicola Toffanin che ha lavorato per le aziende di mio fratello che si occupano di sicurezza. 

Il primo dei motivi per i quali Report ha parlato della sua agenzia d’investigazione, la Veneta Investigazioni, è che nel 2017, sarebbe stata ingaggiata da Tosi per un’indagine riservata. Dato che si tratta del suo lavoro, quale sarebbe il problema se lei offre un servizio e se lo fa pagare? 

E’ stato proprio Toffanin che nel 2017 mi ha dato il contatto con Tosi per un servizio investigativo che la mia Agenzia ha svolto puntualmente, ha redatto il rapporto informativo e per il quale ha emesso regolare fattura. Non vedo quale sarebbe il problema secondo la trasmissione. Nulla di irregolare e tutto alla luce del sole. Proprio come il mio cognome!

L’altro aspetto dell’attività imprenditoriale sua e di suo fratello finito sotto la lente d’ingrandimento dei giornalisti di Rai 3 è la scuola privata che avete aperto un paio d’anni fa.  La trasmissione lascia intendere che si sia trattato di un’operazione opaca, in quanto in società con voi ci sarebbe la persona di fiducia di un condannato per ‘Ndrangheta. Può spiegare come stanno veramente le cose? 

Nessuna operazione opaca. La spiegazione è molto più semplice di quel che si creda. Mia nipote frequentava l’istituto Enrico Fermi e quando è scoppiata la vicenda giudiziaria Miglioranzi-Vallone il liquidatore aveva cercato di venderlo. La segretaria della scuola, Michela Seves, che conosceva mio fratello in quanto padre di un’alunna, gli ha proposto di acquistarla.

Ma ciò non è avvenuto. Solamente qualche anno dopo, in virtù del fatto che si sarebbe trovata disoccupata, ha proposto la propria disponibilità a collaborare in una nuova realtà, completamente diversa da quella precedente. Abbiamo così costituito una nuova società, il Centro Studi Verona, all’interno della quale abbiamo coinvolto la signora Michela Seves in quanto esperta del ramo didattico, per me e per mio fratello completamente sconosciuto. Inizialmente semplicemente come impiegata e in seguito, visto il suo ruolo centrale, come socia.

scuola scella

Report rimarca l’origine palermitana della sua famiglia, come se ciò dimostrasse una contiguità con i calabresi. Inoltre mette in evidenza il fatto che suo fratello abbia militato nel FdG e sia stato consigliere comunale di Alleanza Nazionale.  Questo può significare, secondo lei, che per qualcuno essere palermitano o ‘di destra’ possa costituire una colpa o un indizio di una qualche colpevolezza?

Sono allibita dalle allusioni circa l’origine della mia famiglia. Lei deve sapere che sono figlia di un ufficiale degli Carabinieri che ha fatto parte della squadra antimafia del generale Dalla Chiesa ed è proprio grazie a lui che oggi ci troviamo a Verona. Come se non bastasse lei deve saper che un nostro cugino, Giammatteo Sole, omonimo di mio fratello, è una vittima di mafia. Per cui noi siamo lontani anni luce da questi ambienti. 

Per quel che riguarda poi l’essere di destra è aberrante che ciò possa costituire una colpa o un indizio di una qualche colpevolezza.

Pensa di lasciar cadere nel vuoto le allusioni di Report o ritiene di dover agire legalmente?

Sia io che mio fratello abbiamo dato mandato ai nostri legali di valutare una possibile azione nei confronti degli autori della trasmissione perché riteniamo che il taglio dato sia lesivo della nostra reputazione e che ciò ci danneggi sia moralmente, sia nelle nostre attività professionali.