Il sistema sanitario è prossimo al collasso. I 134,1 miliardi che il governo ha destinato al Fondo Sanitario con la legge di Bilancio 2024 e che saliranno a 135,39 nel 2025 e a 136 nel 2026, sono un atto apprezzabile di buona volontà, ma non bastano a invertire una tendenza inarrestabile con gli strumenti dell’ordinaria amministrazione.
E’ come curare il cancro con l’aspirina. La stessa Meloni aveva detto: non bastano i soldi, bisogna eliminare gli sprechi. Bisognerebbe aggiungere: e adeguare il sistema sanitario pensato per la società italiana di cinquant’anni fa, con una struttura demografica e sociale molto diversa, a quella di oggi.
Anche se il governo, in tutt’altre faccende affaccendato, non ci vuol pensare, deve prendere atto che senza una profonda riforma del Servizio Sanitario Nazionale, ci si avvia inevitabilmente al collasso.
Quali sono i modelli di sistema sanitario possibili con i quali un Paese si può organizzare per gestire la salute dei propri cittadini?
Mancano medici, infermieri, le liste d’attesa troppo lunghe costringono i cittadini a rivolgersi al provato pagando di tasca loro quelle prestazioni che dovrebbero essere gratis. Il Ssn non garantisce più l’assistenza a tutti. Il principio universalista su cui è basato viene disatteso ogni giorno. E’ urgente che il Governo metta in piedi una riforma per renderlo universalista nei fatti, non solo a parole. Nè risulta che vi sia la volontà di destinare ad esso le risorse necessarie, distraendole da altri capitoli di spesa, a partire già dalla prossima legge di bilancio.
Allora può essere interessante conoscere quali sono le modalità che esistono per gestire la salute dei cittadini, al fine di individuare quella più adatta a riformare il sistema modulandolo sulle esigenze dell’utenza e non sulla preconcetta difesa dell’esistente.
Sistema sanitario. I modelli possibili
1- Nessuna organizzazione sanitaria. La più elementare modalità di gestire la sanità – ma non può nemmeno essere considerata tale- , è quando lo Stato non interviene nei rapporti fra i fornitori di prestazioni – ospedali, ambulatori, centri di analisi, Rsa- e i cittadini e si limita a controllarne la sicurezza. In questo caso i cittadini si pagano tutto. Se uno si ammala e ha bisogno di cure o di un intervento chirurgico costosi è rovinato. E’ evidentemente una situazione da evitare, tipica dei paesi più arretrati.
2- Assicurazione volontaria. I cittadini che vogliono stipulano un’assicurazione sanitaria privatamente. Lo Stato controlla i fornitori delle prestazioni e le compagnie di assicurazioni per evitare speculazioni. Ci possono essere incentivi fiscali per chi si assicura.
3- Sistema mutualistico. E’ il sistema sanitario com’era il Italia prima della riforma del 1978. L’assistenza è erogata dauna Mutua per ciascuna categoria di lavoratori. Si basa sull’assistenza al lavoratore e alla sua famiglia. Chi non lavora ne è escluso.
4- Sistema a Programmi. E’ una variante della prima modalità, in cui non esiste un’organizzazione sanitaria. Dei Programmi di tutela per alcune categorie deboli o a a rischio vengono finanziati dallo Stato o da tasse di scopo. Ad esempio negli Usa il programma Medicare dà la copertura agli over 65 con una compartecipazione annua e Medicaid, finanziato dallo Stato, alle famiglie a basso reddito.
5- Assicurazione obbligatoria. Tutti i cittadini hanno la copertura sanitaria essendo obbligati ad avere una polizza assicurativa le cui condizioni sono regolate dallo Stato. Possono essere previsti aiuti per i cittadini a basso reddito che hanno difficoltà a pagare la polizza. Come per l’assicurazione obbligatoria dell’auto ci possono essere delle variazioni a discrezione del cittadino.
6- Sistema universalistico single payer. In questo sistema sanitario lo Stato fa da assicuratore per tutti, con una polizza unica per tutta la popolazione finanziata dalla fiscalità generale. Tutti sono coperti per il semplice fatto di risiedere all’interno del Paese.
7- Servizio sanitario nazionale. E’ il sistema sanitario che c’è in Italia. Lo Stato fa da assicuratore e da erogatore, direttamente o attraverso le istituzioni locali. Il sistema è universalista in quanto ognuno ha diritto all’assistenza per il semplice fatto di esistere. Nell’erogare le prestazioni lo Stato si può avvalere di soggetti privati accreditati.