(di Gianni De Paoli) L’anno prossimo il Mercatino di Natale deve andare da un’altra parte. Diamo a Cesare quel che è di Cesare. E a Tommasi quel che è di Tommasi. Il sindaco aveva deciso che il mercatino di Natale che in dicembre viene allestito in in piazza dei Signori e aree limitrofe già da quest’anno dovesse trasferirsi altrove. Troppo invasivo per una parte così preziosa ed anche delicata della città. Giusto.
L’idea però l’aveva esplicitata a ottobre, troppo tardi, quando l’organizzazione dei banchetti era già partita. Sconvolgere tutto sarebbe stato un danno per chi lavora. E questo non sarebbe stato giusto. Così anche per quest’anno i mercatini di Natale sono stati fatti nel cuore di Verona, sotto la Torre dei Lamberti ed ai piedi della Loggia del Fra’ Giocondo, attorno alla statua di Dante che guarda perplesso il brulicare umano e annusa infastidito l’odore delle salsicce cotte nel salotto di Verona.
Per quest’anno andata ancora così. Ma adesso basta. Per l’anno prossimo c’è tutto il tempo per individuare un’altra zona per allestire quello che, non si sa perché, viene chiamato ‘mercatino di Norimberga’, anche se siamo a Verona e gli ambulanti sono al 99% italiani.
Mercatino. La misura è colma
Ed è inaccettabile che per fare il mercato si limiti la libera circolazione dei cittadini. Non è giusto che abbiano chiuso, non si sa per quale ragione, gli accessi attorno a piazza dei Signori, cui si può accedere solo da via Fogge, da piazza Erbe e dalle Arche Scaligere. Impossibile transitare per i passaggi e le vie che la collegano attraverso i Palazzi Scaligeri a Piazza Viviani. Sono chiusi e se cerchi di passare vieni fermato da un vigilante. E’ legale? Per quale motivo un libero cittadino deve allungare il suo percorso a piedi non perché c’è un’emergenza, ma perché nella zona ce n’è un altro che sta lì per guadagnare dei soldi?
E’ sotto gli occhi di tutti quello che non è azzardato definire uno stupro della città nella sua parte più preziosa. Non c’è nulla di tradizionale in questo mercato che tra l’altro impedisce ai visitatori di Verona di ammirare i suoi luoghi più belli. Nè valorizzazione del territorio. Solo guadagno per chi ci lavora e chi organizza. Legittimo, per carità, ma che può essere ottenuto anche se i banchetti vengono spostati in un’altra zona.