Il Vescovo questa mattina è stato in Ospedale, a Borgo Trento, per fare gli auguri di Natale ai malati dei reparti di Medicina e di Chirurgia Esofago-Stomaco. Pazienti con patologie che necessitano di essere seguiti non solo nella fase acuta in ospedale, ma anche una volta dimessi. L’assistenza domiciliare che serve ai malati di reparti “critici” non è solo sanitaria, spesso è anche di natura spirituale e umana.
Per questo è stato proposto al vescovo un coordinamento fra la parte sanitaria ospedaliera e la rete sociale di volontariato che esiste nelle parrocchie. Anche questo aspetto rientra nell’obiettivo di umanizzazione della cura, che parte dalle corsie di ospedale con le cure palliative e potrebbe continuare nelle case con il supporto ai malati di tumore, di degenerazioni neurologiche o cardiologiche.
A condividere questa proposta con monsignor Domenico Pompili sono stati il direttore generale Callisto Bravi e il primario di Chirurgia Esofago e Stomaco, prof Giovanni De Manzoni, con la dottoressa Maria Antonietta Di Cosmo, e il primario di Medicina A, dottor Roberto Castello.
Bravi si è detto “onorato di aver ospitato oggi monsignor Pompili in Azienda perché stiamo valutando una modalità concreta di collaborazione. Una volta dimessi, i pazienti con patologie gravi hanno bisogno di avere un sostegno umano che li accompagni in un momento tanto difficile. I nostri reparti sono di altissimo livello sanitario, noi curiamo il corpo ma c’è bisogno anche di un sollievo spirituale che può venire dalla rete capillare di persone e associazioni conosciute dalla Curia”.
Monsignor Pompili: “Questi reparti di eccellenza sono importanti per le cure e anche per l’impegno ad alleviare il dolore e le sofferenze. Bisogna mettere sempre più energia su questo, verso le cure palliative bisogna avere un atteggiamento più concreto e meno ideologico. La sofferenza del corpo non deve essere senza umanizzazione per questo è più che mai attuale la lezione di Gesù taumaturgo, toccava i malati scandalizzando i benpensanti del tempo ma rappresenta il cuore del Cristianesimo.
Anche se la medicina moderna – conclude – è sempre più tecnologica, non deve mai mancare il contatto con il malato, con i 5 sensi si crea il contatto fra le persone. Che la vostra professione di sanitari non dimentichi mai la ‘mano santa’ e la dimensione del contatto”.