(di Paolo Danieli) Il ministro della Salute Orazio Schillaci ha parlato a lungo della sanità alla trasmissione XXI Secolo di Rai 1. E’ la prima volta che un ministro spiega in tv la linea politica del governo sulla sanità. E questo gli fa onore.
Schillaci. La sanità al centro del dibattito politico
Ha assicurato che la salute è stata rimessa al centro del dibattito, facendo suo un concetto che spesso è stato enunciato anche dalle pagine de L’Adige, ovvero che la spesa sanitaria va vista come un investimento. Peccato però che questa sia più una sua convinzione teorica, visto che dall’agenda politica del governo emergono altre priorità e che la Legge di Bilancio ha aumentato le risorse per la salute di soli 3 miliardi. Il minimo sindacale per adeguarla all’inflazione.
A supporto dei suoi buoni propositi Orazio Schillaci cita quanto fatto in 14 mesi:
11 miliardi destinati alle retribuzioni del personale sanitario nei prossimi 3 anni, per accorciare le liste d’attesa e rendere più appetibili le professioni sanitarie;
Il Piano Oncologico Nazionale;
l’impegno sul fenomeno dei gettonisti “che lavorano nelle strutture sanitarie pubbliche -dice- e guadagnano molto di più di chi ha vinto un concorso e lavora lì magari da una vita”. Dimenticando però che questo fenomeno è una conseguenza e non la causa della crisi del sistema. Se ci fossero più medici e meglio pagati i gettonisti non esisterebbero.
Se i Pronto Soccorso sono sovraffollati, ha poi affermato, è a causa dellafragilità della medicina territoriale. Ragion per cui sono stati stanziati 600 milioni per il 2025/2026 per assumere nuovo personale. Ma se medici e infermieri non se ne trovano…
Sui medici e gli infermieri che vanno all’estero, ha dato un colpo al cerchio e uno alla botte: “ chi sceglie questa professione non deve solo guardare al lato economico”. Ma ha aggiunto: “ comunque rimane importante ed è giusto che chi si sacrifica quotidianamente venga ripagato per quello che fa”.
Per sopperire alla mancanza degli gli infermieri ha ammesso che “è necessario tamponare cercando di farli venire dall’estero”.
Circa il rapporto pubblico/privato ha riconosciuto che il sistema privato convenzionato contribuisce al funzionamento del sistema, precisando che però deve farsi carico anche di quelle prestazioni che sono meno remunerative.
Il ministro Schillaci ha poi parlato del costo di 10 miliardi annui per la medicina difensiva , generata dal numero di cause intentate contro i medici per presunti errori. “Stiamo lavorando col ministro della Giustizia per dare risposte ai tanti medici che sono ingiustamente accusati che poi nella stragrande maggioranza dei casi si dimostrano estranei ad ogni addebito”.
Sanità malata. Ma si curano i sintomi, non la causa
Tutti buoni propositi e interventi minimali quelli del ministro Schillaci, che sarebbero adeguati in una condizione di normalità e di tenuta del sistema, ma che sono poco più di niente in un momento nel quale il sistema sta collassando e necessita di scelte coraggiose e radicali.
I problemi principali in cui si dibatte il Servizio Sanitario sono due: la mancanza di medici e la mancanza di soldi. Ma nelle parole del ministro non c’è accenno a risolvere né l’uno né l’altro. Non parla di distogliere risorse da altri capitoli di spesa per destinarle alla sanità. Non parla di abolire il numero chiuso a Medicina, che è all’origine della mancanza di medici. Non parla di provvedimenti eccezionali atti a rispondere all’emergenza dei 50 mila medici mancanti. Non parla di alcuna riforma per adeguare il Servizio Sanitario Nazionale alle mutate condizioni della società. Cita solo provvedimenti parcellari. Come se lui, che è un medico, davanti a un paziente, pensasse solo a curare i sintomi della malattia e non le cause che l’hanno provocata.