La sicurezza dei cittadini passa anche dalla sicurezza stradale. Girare sicuri per Verona non significa solo non rischiare di essere aggrediti dalle bande di giovani delinquenti che scorrazzano per la città, ma anche di non essere investiti sulle strisce pedonali o, se per caso si incorre in un incidente stradale, di non incappare in uno dei tanti automobilisti che girano senza assicurazione.
Ed è proprio perché sono sempre di più coloro che per risparmiare omettono di assicurare il proprio veicolo che stanno aumentando a dismisura i pirati della strada. Ossia coloro che in caso di incidenti, a volte anche gravi e gravissimi, scappano senza prestare soccorso perchè sono senza l’assicurazione obbligatoria. Credendo così di farla franca. Ma ormai, con tutte le telecamere che ci sono, pubbliche e provate, prima o poi vengono sempre scoperti.
Resta il fatto che al di là della gravità sociale e morale di questi comportamenti ce n’è anche una economica, perché il più delle volte chi viaggia senza assicurazione non è poi in grado di risarcire direttamente la controparte che avevano danneggiato.
I dati della sicurezza stradale a Verona sono stati forniti oggi dall’Assessore alla Sicurezza Stefania Zivelonghi e dal comandante della Polizia Locale Luigi Altamura.
Questi hanno comunicato che anche se i decessi sono fortunatamente diminuiti, invece aumenta il numero degli incidenti e aumentano i pirati della strada.
Le strade con il più alto numero di sinistri. Corso Milano è la più pericolosa con 37 incidenti. Seguono via Torbido con 29, viale Colombo e via Mantovana con 26, via Albere con 25, viale Galliano con 24, Corso Venezia con 23, Tangenziale Sud, Strada Bresciana, via Mameli e via Galvani con 21.
Monopattini. Una settantina gli incidenti stradali nei quali sono rimasti coinvolti monopattini elettrici, tutti con feriti generalmente molto giovani, che spesso utilizzano il mezzo in due, in violazione delle normative vigenti. Tre casi di fuga di monopattinisti (due individuati) dopo scontro con pedoni. Inoltre 20 sinistri che hanno visto il coinvolgimento di bici elettriche.
«Tutto questo – commenta il comandante Altamura – ha un costo sociale incredibile che supera i 100 milioni di euro. Ed è inaccettabile». Anche perché a volte da come si presentano gli incidenti bisogna parlare di vera e propria ‘violenza stradale’. E tra ‘incidente stradale’ e ‘violenza stradale’ c’è una bella differenza. Continuano a destrare preoccupazione l’uso di alcol e di droga, che continuano ad essere rilevati nel sangue di chi guida nonostante le pene siano state appesantite.
«Eppure – osserva Altamura- ci sono aggravanti specifiche pesanti, con sospensione della patente anche di 2 o 3 anni, e con la decurtazione di 8 punti se si investe un pedone sulle strisce.
Gli effetti della legge sull’omicidio stradale non ci sono più -conclude il comandante della Polizia Locale-. Nel 2018 ci sono state 32 fughe da incidente. Nel 2023 le fughe sono state 101, addirittura i triplo»
Stefania Zivelonghi ha raccontato che «l’ attenzione dev’esser massima, sia a livello di strumentazione, sia a livello di comportamenti, con particolare riguardo ad alcol, droghe e velocità. Ed è orario sulla velocità che ha preso posizione ricordando che la sua «connessione con l’incidentalità è testata. Laddove ci sono gli autovelox c’è un drastico e stabile calo degli incidenti».
E il riferimento alle polemiche insorte in questi giorni sui limiti di velocità urbani a 30 chilometri all’ora, com’è avvenuto a Bologna, è abbastanza evidente.