Dopo il 2° suicidio avvenuto nel carcere di Montorio dall’inizio del 2024, il 14° a livello nazionale, interviene nel dibattito che ne è scaturito eurodeputato Paolo Borchia, che afferma: “la Lega ritiene che sia soprattutto il lavoro a dare dignità e senso alle pene detentive”.
“La situazione del carcere di Verona è sotto esame e oggi, purtroppo, paghiamo le politiche sbagliate della sinistra che ha trasformato i luoghi di pena in discariche sociali. No svuota carceri, no amnistie, sì alla certezza della pena, da eseguirsi con dignità. La miglior cura contro il suicidio e il disagio è il lavoro.
Rilancio, quindi, l’appello del sottosegretario alla Giustizia Andrea Ostellari: le aziende investano nel nostro carcere. Conviene a loro, conviene anche al detenuto e se ne avvantaggia anche la società: chi lavora in carcere quando torna libero si reinserisce in maniera meno traumatica. L’istituto di Verona deve diventare come quello di Padova o come Milano Bollate, dove i detenuti lavorano: a Montorio ci sono capannoni non utilizzati, vengano usati per creare occupazione e per fare questo – conclude Borchia – chiedo alle nostre imprese di entrare in squadra”.
Carceri indegne di un paese civile
Le condizioni delle carceri italiane non sono degne di un paese civile. Sovraffollamento e carenza di personale di custodia sono i problemi più urgenti. Ma a pesare c’è anche la situazione generale della giustizia con i suoi 30 mila errori giudiziari all’anno e i 30 milioni che lo stato deve sborsare per risarcire coloro che sono stati carcerati ingiustamente per gli errori dei magistrati, che a differenza di tutti gli altri, non pagano mai.
Alternative al carcere
Il Ministro della Giustizia Carlo Nordio, ormai diversi mesi fa, aveva proposto di scaricare il sovraffollamento della carceri utilizzando le strutture militari dismesse, soprattutto per i detenuti meno pericolosi. Ma i tempi per realizzare questa idea sono lunghi.
Per ottenere un risultato a breve termine e nel contempo tutelare quei cittadini incensurati che vengono a trovarsi ristretti, magari accanto a delinquenti incalliti con tutti i problemi di convivenza che ne conseguono e che sono essi stessi una pena, c’è anche la proposta di ricorrere a strumenti diversi dalla custodia cautelare. Ogni suicidio dovrebbe essere una scossa per chi deve decidere come cambiare un sistema che non può più andare avanti così.