(di Paolo Danieli) Nella nostra società è avvenuta una metamorfosi di cui nessuno parla: la guerra è stata sdoganata.
Di metamorfosi ne sono avvenute parecchie tra la prima metà del ‘900 ed oggi. Sono mutati gusti e mode. E’ cambiato il modo di vita e sono stati sdoganati perfino dei comportamenti considerati riprovevoli. Ma nel fluire dei cambiamenti il rifiuto della guerra è sempre stato un punto fermo, forse l’unico sul quale si sono trovati tutti d’accordo, destra e sinistra, ricchi e poveri, cristiani e laici.
La credenza marinettiana che fosse la ‘sola igiene del mondo’ era stata spazzata via dalla bomba atomica. Una guerra nucleare con le sue immani devastazioni e la contaminazione radioattiva dei contemporanei e dei posteri tutto potrebbe essere, meno che igienica.
Per 80 anni a nessuna persona di buonsenso, a nessun politico, a nessun intellettuale e perfino a nessun militare è mai passata per l’anticamera del cervello l’idea che la guerra possa anche solo essere presa in considerazione come semplice ipotesi. E’ stata la pace il valore predominante.
Al punto che perfino gli interventi militari, come in Afghanistan, in Iraq o in Bosnia, sono stati definiti ‘missioni di pace’. Altrimenti non sarebbero mai stati accettati dall’opinione pubblica. Così, chiamandola missione di pace, anche se fatta con armi, bombardamenti, morti e civili, diventava accettabile.
La pace bene supremo. Come la vita e la salute. La guerra, sua antitesi, il male. Poi la metamorfosi. Lenta, ma neanche tanto. Nel giro di un anno, con l’invasione dell’Ucraina, la guerra l’hanno sdoganata. E’ ricomparsa nel vocabolario di tutti i giorni. E’ tornata ad essere un’opzione possibile.
I manipolatori del pensiero e delle coscienze hanno lavorato di fino, per gradi. Il metodo è stato semplice. Messe in evidenza certe ‘ingiustizie’ e coinvolta emotivamente la gente attorno ad esse, il passo successivo è stato quello di far passare un concetto elementare: no justice, no peace. Non ci può essere pace senza giustizia. Quindi là dove si ritiene che vi sia una situazione ingiusta è lecito rinunciare alla pace. Cioè fare la guerra.
Sono riusciti a far rientrare dalla finestra quello che la storia aveva cacciato dalla porta. Con il risultato che oggi, a differenza di dieci o vent’anni fa, la guerra sta diventando qualcosa di apparentemente accettabile. Se ne parla tutti i giorni. Bombardamenti, distruzioni, morti e feriti sono ormai immagini quotidiane. Risultato: l’assuefazione. Come se la guerra fosse qualcosa di normale. E quel che interessa è vincere, non far cessare i combattimenti. E si forniscono le armi.
La 3^ guerra mondiale
E noi, direttamente o indirettamente, siano chiamati a pagarne i costi. Che poi ci siano milioni di persone che soffrono e muoiono è diventato secondario. Per ora. Se è vero, come dice il Papa, che la terza guerra mondiale è già cominciata. Solo che viene combattuta a pezzi.