Dopo il Covid il popolo delle partite Iva è tornato ad aumentare. Oggi è sopra i 5 milioni, anche se che rimane ben lontano dai 6,2 milioni che registravamo agli inizi del 2004. Sono dati della Cgia di Mestre.
Le nuove partite Iva
Ma non tutte le categorie del lavoro autonomo godono di buona salute. Diminuiscono gli artigiani, i piccoli commercianti e gli agricoltori mentre aumentano i lavori non ancora inquadrati in ordini o albi, come i web designer, i social media manager, i formatori, i consulenti agli investimenti, i pubblicitari, i consulenti aziendali, i consulenti informatici, gli utility manager, i sociologi, gli amministratori di condominio, etc. Il popolo delle partite Iva rappresenta un blocco sociale di oltre 6 milioni di persone che, prima del Covid, produceva quasi 200 miliardi di Pil. Ed è centrale soprattutto a Nordest.
Il trend positivo registrato dai lavoratori autonomi in questi ultimi 3 anni è ascrivibile alla ripresa economica post Covid. Ad allargare la platea degli autonomi ha concorso anche il fisco con l’introduzione del regime forfettario sotto gli 85 mila euro, cui hanno aderito circa 1,8 milioni, che ha semplificato gestire fiscalmente un’attività.
Dai dati aggiornati ai primi 9 mesi del 2023, il Molise (+8,4 per cento), la Liguria (+8,2 per cento), la Calabria e l’Emilia Romagna (entrambe con il +5,6 per cento) hanno registrato gli aumenti più importanti, per contro l’Abruzzo (-4,9 per cento), l’Umbria (-5,6 per cento), il Trentino Alto Adige (-8,4 per cento) e le Marche (-10,1 per cento) hanno subito le contrazioni più significative.
Sono invece in crisi i lavoratori autonomi “classici”, il 75% delle partite Iva: artigiani, piccoli commercianti e agricoltori. Tra il 2014 e il 2022 il loro numero è sceso di 495 mila unità.
Gli agricoltori sono diminuiti di 33.500 unità (-7,5%), i commercianti di 203.000 (-9,7%) e gli artigiani addirittura di quasi 258.500 (-15,2%).
Il segretario della Cgia, Renato Mason: “Il crollo del numero degli artigiani e dei piccoli commercianti è ormai visibile a occhio nudo. Nelle città e nei paesi di periferia è sempre più in aumento il numero delle botteghe e dei negozi chiusi definitivamente. Va evitato tutto ciò, perché questa desertificazione abbassa notevolmente la qualità della vita di tutti noi”.
In Piemonte sono diminuiti del 15,5%, in Emilia Romagna e Molise del 15,1%, in Umbria del 14,9 % e in Veneto del 14,8%. La contrazione più pesante si è registrata nel Nordest, -14,1%.
Le partite Iva a Verona
A Verona e provincia il calo degli autonomi “classici” tra il 2014 e il 2022 è stato di ben 12.438 unità, pari al 15,6%. Peggio stano Rovigo con una diminuzione del 18,3%, Vicenza e Belluno diminuiscono del 17%, Padova cala del 14%, Venezia del 13,5% e Treviso del 12,4%.