Il prof. Giorgio Palù, trevigiano, virologo e docente emerito dell’Università di Padova, si è dimesso oggi dalla presidenza dell’Aifa, l’Agenzia Italiana del Farmaco, una delle istituzioni più importanti della sanità italiana.
“Vi comunico dopo un’attenta meditazione – scrive nella lettera di dimissioni- che la mancata sintonia col Ministro e l’assenza di risposte dal Governo mi costringono a dare le dimissioni da Presidente nominato di Aifa hic et immediate”.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato l’incarico di un solo anno che Palù ha definito “offensivo e umiliante”.
“Recrimino la totale assenza di ascolto da parte del Ministro nelle scelte operate per Aifa”.

Palù si è dimesso dalla presidenza dell'Aifa

Palù ricorda di aver promosso, per rilanciarla, la riforma di Aifa che prevedeva una forte e qualificata rappresentanza nelle commissioni Europee, l’informatizzazione dei dati farmaco-economici “studi clinici per stimare il valore delle cure, la comunicazione scientifica, il coinvolgimento di esperti di altissimo profilo a sostegno della Commissione scientifica ed economica del farmaco , la promozione della ricerca biomedico-farmaceutica, sicuramente uno dei settori più qualificanti per lo sviluppo scientifico-tecnologico del Paese”.

In chiusura della lettera Palù sottolinea che ha svolto “per tre anni le funzioni di Presidente di Aifa senza ricevere alcun compenso né gettone di presenza, rifiutando anche di essere titolare di carta di credito dell’Ente”.
Palù ha incassato la solidarietà di diversi politiici, fa i quali Luca Zaia.

Le dimissioni di Palù un colpo al Ministro

Le dimissioni del Presidente dell’Aifa sono un brutto colpo per il Ministro della Salute.
E’ il primo e clamoroso atto di dissenso nei confronti della politica sanitaria di Schillaci. Ma è prevedibile che ce ne saranno altri, perché se i primi a provare sulla loro pelle – e sulle loro tasche- il degrado della sanità sono i cittadini, anche gli operatori del settore subiscono le disfunzioni del sistema. Il Governo, come gli altri esecutivi che lo hanno preceduto, evita di affrontare la questione e non mette mano a nessuno dei problemi che stanno portando al collasso il Ssn. Non potrà continuare così all’infinito. E quando il bubbone scoppierà saranno dolori. Per tutti.