Questa mattina (qui il nostro video) nel reparto di Cardiologia al Polo Confortini erano presenti il direttore generale dott. Callisto Marco Bravi, il direttore sanitario, dr.ssa Matilde Carlucci, il direttore dell’Unità Operativa prof. Flavio Ribichini e alcuni medici della sua equipe per spiegare in che modo la Cardiologia di Verona stia lavorando sempre di più. Il reparto ha 44 posti letto di degenza ordinaria e 8 in Unità Coronarica, sono circa 30 i cardiologi e 70 infermieri, tutti con competenza avanzata necessaria alla sorveglianza e al monitoraggio h24 dei pazienti. Anche nei periodi in cui la pandemia aveva portato alla sospensione dell’attività ospedaliera programmata Cardiologia Verona non ha mai interrotto un giorno i propri servizi.
Negli ultimi 5 anni si è duplicato il numero dei ricoveri. I dati mostrano come dagli abituali 1500 di qualche anno fa il reparto di Cardiologia sia passato ai 3000 ricoveri di oggi. Questo perché ci sono modelli organizzativi più efficienti.
E’ il risultato sinergico di due meccanismi: l’eccellenza di cure altamente specializzate e l’attenzione ai bisogni del paziente che trova una attenzione olistica, su ogni aspetto della malattia cardiovascolare. In parallelo sono anche aumentati gli studenti alla Scuola di Specialità in Malattie dell’Apparato Cardiovascolare diretta dal professor Ribichini, sono 100 giovani tra medici specializzandi, dottorandi e stranieri che seguono i corsi Master il cui lavoro si traduce in decine di pubblicazioni scientifiche ogni anno. Gli specializzandi arrivano da tutta Italia, tanto che oggi meno del 40% è veronese.
Il prof.Flavio Ribichini conferma: “Abbiamo avuto la disponibilità dall’azienda di aprire dei letti di week surgery per i ricoveri brevi e così è aumentata la derivazione di pazienti da altri ospedali e da altre province soprattutto per cure iper-specialistiche. A Verona la pandemia è stata gestita in modo molto efficiente. Tra il 2020 e il 2021 non abbiamo mai sospeso i servizi emergenza, ma nemmeno gli interventi di alta complessità salva vita. Nessun paziente è rimasto fuori dalla lista d’attesa. Questo modello è stato vincente perché l’organizzazione ha permesso non solo di ottimizzare le risorse umane e i materiali, ma ha anche fatto in modo che oggi ci sia più lavoro di prima perché abbiamo anche reso più efficiente l’offerta.”
Ma quali sono le patologie più trattate? La patologia predominante è sempre la cardiopatia ischemica. C’è stata una crescita esponenziale del trattamento delle malattie valvolari, delle sostituzioni aortiche e delle riparazioni mitrali e trans-catetere. In questo oggi Verona è la prima in Veneto e il terzo centro a livello nazionale, nonché l’unica struttura accreditata per fare questo tipo di intervento nella provincia. Questo ha portato un incremento di circa il 20% all’anno.
Notevole l’impegno della Cardiologia veronese nel campo dell’elettrofisiologia e dell’elettrostimolazione. Si tratta delle cure contro le aritmie, sia ipercinetiche (da frequenza elevata) sia ipocinetiche (da bassa frequenza). Ad aumentare significativamente sono le prime: aritmie ipercinetiche, cioè fibrillazione atriale o extrasistole ventricolari. Negli ultimi 5 anni, c’è stato infatti l’aumento dell’80% delle ablazioni (interventi sul cuore con radiofrequenze), dovuto al progressivo innalzamento dell’età della popolazione. Questi interventi vengono fatti fatti senza utilizzo di raggi X ma con tecnologia 3D. Stabile invece il numero di pacemaker per le aritmie a battito lento. La novità in questo caso consiste nell’utilizzo di impianti di ultima generazione senza fili. Stabili anche i defibrillatori per arresto e scompenso cardiaco.
Un’altro aspetto molto importante, visto l’invecchiamento della popolazione, è la gestione dello scompenso cardiaco. L’ospedale di Verona ha in Borgo Roma un certo specializzato che ha un’attenzione 24 ore su 24 e che dispone di servizi di alta complessità che arrivano anche fino al trapianto cardiaco e questo ha centralizzato moltissimi pazienti.
Inoltre, dal 2020, Cardiologia di Verona è al primo posto in Veneto, e tra i primi tre in Italia, nel trattamento della stenosi aortica con sostituzione mini-invasiva (TAVI), essendo per altro, l’unico centro della provincia accreditato ad eseguire questi tipi di interventi. Dal 2023, Verona sarà anche il primo centro ad impiantare anche valvole cardiache percutanee in sede tricuspidalica svolgendo a pieno il ruolo di centro Hub (di riferimento) per tutta la provincia di Verona e molti ospedali limitrofi anche extra-regionali.
La nuova direzione ha investito molto anche nella pediatria. Nel corso del 2022 il numero dei piccoli pazienti si è raddoppiato rispetto al 2021 e nei reparti di cardiologia e cardiochirurgia di Verona è stato assunto del nuovo personale e aggiunti sei letti dedicati ai bambini.
Se si vuole prenotare una prima visita o un esame ambulatoriale, purtroppo si aspettano mesi e a volte anche anni, questo perché i servizi ambulatoriali AOUI garantiscono il 100% delle prese in carico dei pazienti che sono stati ricoverati, e servono da screening per i pazienti di alta complessità che necessitano un ricovero per interventi.
“Questa è solo la fase iniziale – continua il prof.Flavio Ribichini – Con questa organizzazione e con ulteriori investimenti mi auguro che Verona si trasformi sempre più in un punto di riferimento per la patologia cardiaca, che sia neo-natale, pediatrica, che dell’adulto cresciuto con queste malattie seguite nel tempo.”