Europa ancora lontana dalle esigenze e dalle richieste dei tantissimi allevatori che subiscono danni ingenti a causa dell’aviaria. La Commissione europea, infatti, rinuncia a ruolo di coordinamento sul vaccino: non imporrà agli Stati membri un piano vaccinale obbligatorio, e potrebbe, solo in determinati casi, valutare la possibilità di considerare ammissibili a un futuro cofinanziamento dell’Ue alcuni costi connessi alla vaccinazione”. Così l’europarlamentare veronese della Lega Paolo Borchia, in riferimento alla risposta ricevuta dalla Commissione europea a una sua interrogazione sull’epidemia di influenza aviaria ad alta patogenicità (HPAI) più grande finora mai osservata in Europa.
“È questa, in sintesi, la risposta ricevuta oggi dalla Commissione alla mia interrogazione dello scorso gennaio con la quale sollevai all’Ue la proposta di studiare ed adottare un piano vaccinale su scala europea e relativo sostegno economico alle aziende che vi avrebbero aderito. I numeri sono preoccupanti: da ottobre 2021 a settembre 2022 sono stati notificati 2.520 focolai nel pollame in 37 Paesi europei, 227 nei volatili in cattività e 3.867 casi nei volatili selvatici; negli allevamenti interessati dal virus sono stati abbattuti circa 50 milioni di capi. Per cui, continueremo a farci promotori delle istanze dei nostri allevamenti avicoli, con l’auspicio che non vengano lasciati soli ad affrontare i danni diretti e indiretti provocati dall’influenza aviaria”.