(di Paolo Danieli) Che siano di destra o di sinistra, tutti i politici o quasi, ci tengono a precisare, che sono ‘europeisti’. Una parola che dice tutto e niente. Superficiale e conformista. Tutti siamo europei, noi che stiamo fra l’Atlantico e gli Urali e apparteniamo alla millenaria civiltà europea. Essere europeisti che cosa vuol dire? Alla lettera significa sostenere l’europeismo che, secondo il dizionario Treccani, è quel “movimento politico e di idee che, sulla base delle fondamentali affinità culturali e storiche che legano tra loro i popoli d’Europa, tende a promuovere un progressivo avvicinamento tra i vari stati nazionali europei, fino alla costruzione di un’Europa spiritualmente e politicamente unita”. Vale a dire, in termini politici, essere sostenitori dell’Unione Europea che dell’europeismo è la costruzione istituzionale.
Allora una domanda sorge spontanea: ma al di là dell’”avvicinamento tra i vari stati” (non proprio tutti) e dell’essere sostenitori di un’Europa “politicamente unita”, gli europeisti vogliono bene agli europei? A giudicare da quello che fa l’Ue, pare di no.
Ci vogliono far mangiare i grilli, le cavallette, le larve della farina e altri insetti con la scusa che al mondo siamo in troppi e non ci sono proteine per tutti. E’ un gesto amorevole?
Ci vogliono costringere a ristrutturare le case con la scusa del risparmio energetico. Che cosa vuoi che importi ai burocrati di Bruxelles se per farlo ogni famiglia dovrà sborsare almeno 30 mila euro per adeguare la classe energetica della propria casa? L’importante è farsi belli agli occhi della lobby green degli adoratori di Greta Tumberg.
Ma non basta. Hanno deciso che, sempre con la scusa dell’ambiente, entro il 2035 non potranno più essere vendute auto che non siano elettriche. Non è che ci obblighino a distruggere le nostre macchine. No, possiamo continuare ad usarle. In teoria. Perché poi basta che mettano qualche divieto di circolazione con la scusa dell’inquinamento, è come lo facessero. Il gioco sarebbe fatto comunque. Con un piccolo problema, l’aumento della dipendenza dalla Cina.
Già, la dipendenza. Se questa Europa volesse bene agli europei la prima preoccupazione sarebbe quella di garantire loro i bisogni essenziali, senza dover dipendere da altri. A cominciare dall’alimentazione, passando dall’energia, per arrivare alla tecnologia. E invece no. A tutto pensano i burocrati di Bruxelles meno che al bene e ai reali bisogni degli europei. Ma quale unione politica! L’Europa altro non è che un grande mercato con la moneta unica. Per il resto è un nano politico che non conta niente. E con la guerra l’abbiamo visto tutti. La realtà, con la sua crudezza, a volte ha la capacità di spazzare via in un colpo solo tutte le mistificazioni.