(di Bernardo Pasquali). Non c’è più tempo per tergiversare. E’ quanto emerge dalle parole di Silvia Tovo, una delle 5 “meravegia” (meraviglia in dialetto veneto), le sorelle che in terra veronese – mantovana stanno portando avanti un bellissimo progetto, fortemente innovativo e sostenibile, di produzione di riso Carnaroli. Ormai Meracinque non è più una novità e il loro riso sta conquistando le gastronomie e le cucine di numerosi ristoranti prestigiosi, in Italia e all’estero.
Sono partite nel 2017 con un approccio produttivo rivoluzionario, sposando in pieno l’Agricoltura 4.0, le minime lavorazioni, i sistemi di telecontrollo delle temperature e dei livelli di acqua nelle risaie; l’utilizzo dei fitosanitari in maniera etica e responsabile, l’introduzione dei microrganismi effettivi, il satellite per il monitoraggio continuo. Non ultimo e non meno importante la ricerca di packaging altamente sostenibile.
La nuova frontiera è l’acqua!
Dopo il 2022 che ha messo in evidenza in maniera inequivocabile l’accelerazione della crisi idrica sulla pianura padana, il 2023 sembra presentarsi ancor più preoccupante. Tra Piemonte e Lombardia, ci sono 26.000 ettari piantati a risaie e il rischio di gravi carenze produttive è alle porte. Per questo motivo le sorelle Tovo hanno deciso di dedicare 10 ettari della proprietà per attuare la sperimentazione RISWAGEST, “gestione innovativa dell’acqua in risaia”.
“Abbiamo deciso di applicare il protocollo Alternate Wetting and Drying (AWD) perché sarà l’unico modo per contenere i disagi idrici dei prossimi anni”. Non ha dubbi Silvia Tovo, Responsabile Commerciale di Meracinque, che spiega come ormai non ci sia più tempo e come l’innalzamento della temperatura non sia una favola ma la realtà da gestire nel miglior modo possibile.
In che cosa consiste il metodo AWD? “E’ un sistema di irrigazione che alterna periodi di asciutta e di sommersione della risaia
E’ la sfida della nostra generazione!
“E’ la sfida della nostra generazione; quella di salvaguardare il pianeta e passare da un concetto di food safety ad un concetto di food security. Dobbiamo garantire l’approvvigionamento delle materie prime esistenziali per tutti i cittadini di questo mondo”. Di qui al 2050 ci sono due scenari: il più soft prevede l’innalzamento della temperatura a 2 gradi mentre quello più preoccupante è di 2,6 gradi centigradi. Una prospettiva che è già domani!
“Grazie agli studi realizzati in Lomellina, dall’Ente Nazionale Risi in collaborazione con le Università di Milano e Torino – continua Silvia Tovo – i risultati ottenuti dall’applicazione del protocollo AWD permettono un significativo risparmio della risorsa acqua: i risultati, calcolati su tutta la stagione colturale, hanno evidenziato un risparmio irriguo medio, utilizzando la tecnica Awd, di circa il 25% fino ad arrivare a un 34% nei mesi critici di giugno e luglio”.
Risicoltura e produzione di metano
Un altro grande problema della risicoltura è la produzione di metano nell’aria. Il riso è responsabile dell’11% delle emissioni di questo gas. “Il protocollo AWD abbatte enormemente l’emissione di tale gas nell’aria. Utilizzare una gestione alternata dell’acqua consentirebbe una riduzione del 21- 55% con l’Awd safe e del 38-73% con l’Awd strong, se applicata dopo l’emissione delle foglie”.
La tecnica, assicura Silvia, non deprime la qualità del riso e, soprattutto, non vanifica la quantità prodotta, se non in minima parte. Da considerare invece quanto questo protocollo conservativo abbia conseguenze molto positive sull’inibizione degli sclerozi del fungo e una minore incidenza del marciume dello stelo.
“Il 2023 sarà per noi un anno cruciale che ci permetterà di capire se estendere la totalità del nostro impianto nei prossimi anni. Sappiamo – afferma Silvia Tovo – che ce lo chiede il pianeta, ce lo chiede il nostro senso di responsabilità e di condivisione di una terra sempre più fragile ed esposta”.