Mancano ancora 13 partite alla fine del campionato e il Verona ha ancora la possibilità di agganciare la zona salvezza. Certo, se avesse vinto a La Spezia con una diretta concorrente, l’aggancio ci sarebbe stato ieri. Ma non tutto è perduto. Anzi, a sentire l’allenatore Marco Zaffaroni e il direttore sportivo Sean Sogliano, ci sono stati segnali positivi. E non solo per il punto portato a casa in un campo difficile e con tre titolari fuori combattimento, come Montipò, Ngonge e Duda, ma per l’atteggiamento psicologico con il quale la squadra ha affrontato una gara così difficile.
Addirittura Sogliano, appena finita la partita, è andato sotto alla curva dov’erano assiepati millecinquecento tifosi gialloblu per rassicurarli che la battaglia per la salvezza continua. E bisogna dare atto che è da quando è ritornato lui che l’Hellas ha voltato pagina rispetto al periodo buio della prima parte del campionato. Apprezzabile e importante che abbia sentito il bisogno di recarsi davanti ai sostenitori gialloblu per rassicurarli sulla volontà della società. Un gesto importante umanamente, ma sopratutto perché significa che Sogliano non ha difficoltà a metterci la faccia quando dice che il Verona continuerà a battersi per restare in serie A. E quindi risulta più credibile.
Zaffaroni nelle dichiarazioni post-partita, dicendosi soddisfatto del risultato, ha sottolineato che anche che i giocatori hanno reagito positivamente agli infortuni di tre elementi importanti della squadra. E questo denota carattere. Quel carattere necessario per vincere. Purtroppo, ammette, ci manca la capacità realizzativa. Troppi gol sbagliati. E’ vero. Il problema resta l’attacco sterile. Sarebbe bastato che fosse andato dentro uno dei tiri di Lazovic e di Kallon, la storia sarebbe cambiata. Ma la storia, si sa, non si fa né con i ‘se’ né con i ‘ma’. E, nel caso del cacio, si fa con i gol. Non prendendoli, e Perilli in porta è stato una piacevole sorpresa, ma anche facendoli. Restiamo in attesa.