Continua incessante la ricerca per scoprire cause e meccanismi dell’Alzheimer. L’ultima scoperta viene dagli Usa,dove la Washington University di St. Louis ha trovato che le cellule T hanno un ruolo chiave nella neuro-degenerazione correlata alla proteina tau. E’ un altro passo avanti per fare chiarezza su questa temibile malattia degenerativa del sistema nervoso centrale. Queste cellule sarebbe richiamate nel tessuto nervoso cerebrale dalla microglia consunzione immunitaria creando una risposta degenerativa. Se ciò fosse confermato basterebbe bloccare l’ingresso delle cellule T e così sarebbe bloccata la degenerazione.
L’Alzheimer si sviluppa in due fasi. Nella prima si depositano nel cervello placche formate alla proteina beta amiloide. E ciò avviene in maniera asintomatica. Nella seconda fase si firmano le proteine Tau. E sono queste che innescano la neuro-degenerazione.
Fino a qualche decennio fa non si sentiva parlare di Alzheimer se non negli ambienti scientifici. La difusione di questa malattia e di quelle ad essa assimilabili dovuta all’invecchiamento della popolazione ha fatto sì che se ne parli molto di più. Sono molte le famiglie che hanno o hanno avuto un componente con questa forma di demenza e che non solo ne hanno conoscenza diretta, ma sono anche al corrente dei danni che può fare anche a coloro che convivino con il malato e lo assistono.
L’interesse attorno a questa malattia però non è legato solo al suo impatto sociale, man anche al fatto che non se ne conoscono a fondo le cause e che non esiste una terapia, se non quella sintomatica, che serve solo ad accompagnare il paziente nel suo processo degenerativo ma che non lo guarisce. A ciò s’aggiunge la paura di potersene ammalare e l’angoscia che determina la consapevolezza che ciò determina la perdita in toto o in parte delle capacità cognitive e del controllo del corpo.
Tutto quindi è nelle mani della ricerca. E dalla ricerca aspettiamo tutti che ci arrivi, se mai carierà, una riposta circa le cause e di conseguenza la possibilità di una terapia.