Nell’Ue l’aspettativa di vita media è di 80 anni e un mese, dato Eurostat, l’Ufficio statistico dell’Unione europea, riferito al 2021. Nel 2019 le cose andavano meglio: 81 anni e tre mesi. Ma poi c’è stato un calo a causa del Covid. E questo la dice lunga sul fatto che i morti durante la pandemia ci sono stati, e non sono un‘invenzione della propaganda.
Le donne vivono sempre più a lungo. La loro aspettava di vita è di 82 anni e nove mesi mentre per gli uomini è di soli 77 anni e due mesi. In quasi vent’anni, fra il 2002 e il 2021 l’aspettativa di vita alla nascita nell’UE è aumentata di 2,5 anni, da 77,6 a 80,1 anni, con un incremento maggiore per i maschi.
E’ la Spagna il paese dove l’aspettativa di vita è la più alta: 83 anni e 3 mesi. Segue la Svezia con 83 anni e un mese, il Lussemburgo e Italia con 82 anni e 7 mesi. Chi invece nasce in Bulgaria ha una aspettava di poco più di 71 anni, in Romania di 72 anni e 8 mesi.
Vivono di più gli italiani del nord. Il record ce l’ha il Trentino con 84anni e 2 mesi. In Campania si vive di meno: 80 anni e 9 mesi.
Nell’analisi delle aspettative di vita regione per regione, quella più alta la si trova a Madrid (85,4 anni), seguita dalla Navarra (84,8 anni) e dalle Isole Åland ( Finlandia) (84,6 anni). Seguono Castiglia e Leon e il Trentino con 84,3 e 84,2 anni; Stoccolma (84,1 anni); Cantabria e Paesi Baschi con 84 anni e Galizia con 83,9. Tra le dieci regioni più longeve anche Île-de-France e Rhône-Alpes in Francia e l’Alto Adige con 83,8 anni.
L’Italia è il paese europeo più anziano, con un’età media di 48 anni.
Al primo gennaio 2022 l’età media della popolazione dell’Ue è di 44,4 anni. Questo indicatore è in aumento in tutti i paesi membri meno che in Svezia, dov’è diminuito da 40,8 anni nel 2012 a 40,7 anni.
Altro dato rilevante è l’indice di dipendenza degli anziani, cioè il rapporto fra le persone in età lavorativa (15-64 anni) e gli pensionati over 65, che la statistica suppone siano pensionati, cosa che non sempre è vera. Nell’Ue è del 33% con tendenza all’aumento. Il rapporto più alto è in Italia: 37,5%. Seguono la Finlandia col 37,4% e il Portogallo col 37,2%. Il più basso è in Lussemburgo, 21,3%..