‘Il potere logora chi non ce l’ha’ diceva Andreotti. Ma se questa è la regola, c’è sempre l’eccezione che la conferma, che viene dai risultato dell’ultimo sondaggio Swg sul gradimento del governo da parte degli italiani. Da ottobre a marzo la fiducia su quello che fa il governo passata dal 50% al 39%, mentre quella nella persona di Giorgia Meloni è calata dal 43% al 40%.

Eppure, sempre Swg, rileva che Giorgia Meloni nel confronto diretto con Elly Schlein risulta essere più credibile sulla gestione della guerra in Ucraina, nella politica estera, sullo sviluppo economico, per le politiche per il lavoro e andamento dei prezzi. Il segretario del PD monetizza invece la campagna mediatica successiva al naufragio in Calabria e risulta più credibile del premier sul tema dell’immigrazione, dei diritti civili, del cambiamento climatico e dell’istruzione. Sulla sanità, le due leader hanno sostanzialmente lo stesso livello di credibilità.

Quanto alle caratteristiche più personali, Giorgia Meloni risulta essere più diretta nel proporsi al pubblico, più competente, più concreta, più donna “del fare” mentre alla Schlein vengono riconosciute caratteristiche quali essere più dalla “parte della gente”, più moderata – ma vista come debole – , più impegnata verso gli altri – mentre la Meloni pare più concentrata su se stessa e le proprie prospettive -.

Ciò detto, il governo trova più sostenitori al nord , nei piccoli centri piuttosto che nelle grandi città, fra le casalinghe, i lavoratori autonomi e quelli che hanno una buona condizione economica. Quelli che hanno un parere negativo sul governo Meloni abitano nel sud, nelle grandi città, sono laureati, lavoratori dipendenti e non sue la passano bene economicamente. Il massimo dell’insoddisfazione degli intervistati riguarda la sanità: l’80% non è soddisfatto dell’operato del governo e sempre sul tema della salute è la riforma del sistema sanitario in testa agli interessi dei cittadini ( 39%). 

Il 64% degli intervistati non condivide la politica estera del governo Meloni.

Gli elettori del centrodestra indicano per il 49% come priorità la gestione dell’immigrazione, per il 41% la riforma fiscale, per il 38% quella sanitaria, per il 30%quella della giustizia e per il 25% quella del lavoro.

Gli elettori del centrosinistra indicano invece come prioritaria la riforma sanitaria per il 38%, seguita da quella del lavoro per il 36%, da quella fiscale per il 28%, da quella del welfare per il 23% e da quella della scuola per il 19%.

Se però si va ad approfondire le risposte si nota che mentre sull’operato del governo c’è un calo di fiducia dell’11%, sulla persona Meloni solo del 3%. Questo perché a motivare l’insoddisfazione nei confronti dell’operato del governo ci sono le aspettative deluse per le riforme, quella sanitaria di gran lunga la prima di tutte, ma anche per quella fiscale, giudiziaria, del lavoro, del welfare, tutte riforme che richiedono del tempo. Questo nel sondaggio non emerge, ma risulta di evidente che è impossibile pretendere che un governo, di qualsiasi colore esso sia, possa risolvere in sei mesi problemi complessi ed annosi come quelli che riguardano la sanità, solo per citare la riforma più attesa. Lo stesso vale per la delusione degli intervistati per quel che riguarda il problema dell’immigrazione che comporta problemi d’ordine internazionale che non possono essere risolti nel giro di pochi mesi. E questo gli elettori lo sanno. Ma su questo tema pare incidere piuttosto in termini negativi la discrepanza tra quanto dichiarato in campagna elettorale sul blocco degli sbarchi e quello che poi è stato fatto nella realtà.