La natura va tutelata e curata, se possibile anche ridandole nuova vita, soprattutto se si tratta di preziose aree verdi del centro città, assicurando la conservazione e il proseguimento della biodiversità. Una pianta a fine vita non deve infatti avere un destino già segnato, ma può diventare un posto sicuro e accogliente per tutti i piccoli animaletti che così possono proseguire il loro naturale ciclo vitale. Una tematica che sta a cuore all’Amministrazione comunale che, insieme ad Amia e al reparto Biodiversità dei Carabinieri Forestali, è promotore del progetto di riconversione “Albero Habitat”. Sul territorio comunale infatti è iniziata un’attenta analisi che, finora, ha portato ad individuare 13 alberi a fine vita, idonei ad essere trasformati in accogliente ecosistema. E già 8 sono pronti ad ospitare i nostri piccoli amici volatili, scoiattoli e piccoli invertebrati. Uno di questi è il grande arbusto all’interno dei giardini di piazza Bra, a pochi metri dalla fontana che non dovrà più lasciare il suo posto e, dopo uno specifico intervento di assestamento in sicurezza e sistemazione, è diventato casa di tutta la nuova vita che vi vorrà trovare rifugio.
“Albero Habitat” è un’iniziativa che ha una duplice valenza. Oltre a garantire ideali condizioni ambientali alle specie animali, potrà essere anche un valido strumento didattico e di sensibilizzazione per le scolaresche e i cittadini, che potranno anche trovare spunto per ridare nuova vita alle piante di casa.
Il progetto è stato illustrato in piazza della Bra dall’assessore ai Giardini e Arredo Urbano Federico Benini insieme al presidente Amia Bruno Tacchella e il Ten. Col. Vincenzo Andriani dei Carabinieri Forestali reparto Biodiversità. Presenti anche il consigliere comunale delegato alla Salute degli animali Giuseppe Rea e Francesco Donini responsabile manutenzione aree verdi di Amia.
“Una iniziativa che punta a dare una seconda vita alle piante ammalorate di Verona – ha sottolineato l’assessore Benini –. Anziché rimuoverle, infatti, se presentano le caratteristiche idonee, vengono sistemate e messe in sicurezza per poter ospitare organismi e microorganismi che popolano la nostra città, quindi picchi, colombi ed animali di più piccole dimensioni che sono importanti per la tutela della biodiversità cittadina. Siamo partiti in via Faccio due settimane fa, dove alcuni cittadini avevano segnalato il taglio di alcune piante. In realtà è il primo passaggio per l’adattamento dell’arbusto al sua nuova condizione di ‘casa habitat’. Successivamente verranno create delle cavità interne e posizionate delle casette per uccelli”.
“Creare nuovi habitat – ha dichiarato il consigliere Rea – per la biodiversità e gli ecosistemi, che poi sono la base della vita di tutti gli animali e anche di noi, è una bellissima iniziativa per la città. Tutelare l’ambiente significa salvaguardare tutte queste realtà. Questa è um’altra progettualità portata avanti dall’amministrazione per migliorare la qualità della vita dei cittadini”.
“Siamo lieti di aver contribuito ad un progetto totalmente innovativo, che approda per la prima volta nella città di Verona – ha commentato Bruno Tacchella –. La tutela della biodiversità rappresenta un tassello fondamentale per il buon funzionamento dell’ecosistema, anche urbano. Inoltre, in ottica di costi/benefici, andremo ad ottimizzare ed eliminare tutte le spese che Amia sostiene ogni qualvolta è costretta a rimuovere alberi e piantumazioni non più recuperabili e che rappresentano un pericolo per la collettività. Gli alberi di Verona interessati dal progetto sono al momento circa una decina, presenti in via Faccio e a Parona”.
Albero Habitat. E’ un arbusto su cui è presente almeno un microhabitat. Questo termine definisce uno spazio vitale molto ristretto o delimitato in maniera specifica. I microhabitat degli alberi (o dendromicrohabitat) sono strutture ospitate dall’albero, chiaramente delimitate e di cui numerose e diverse specie di animali, vegetali, licheni e funghi in parte altamente specializzate hanno bisogno per almeno una fase del loro ciclo vitale.
L’albero habitat può essere creato anche attraverso la realizzazione di cavità artificiali, in particolare per l’avifauna o catini basali dove si accumula acqua, essenziali per lo sviluppo di alcune larve di insetti.
Tra i primi colonizzatori animali vi sono i coleotteri che scavano gallerie sotto la corteccia (ad es. gli scolitidi) nelle quali depongono uova da cui schiuderanno larve saproxiliche. In seguito il tronco è attaccato da altre specie di coleotteri (ad es. i cerambicidi), le quali larve sono in grado di scavare nel legno grazie a robuste mandibole e di assimilare la cellulosa grazie ad organismi simbionti presenti nel sistema digestivo. Le gallerie abbandonate, poi, sono colonizzate da altre specie di insetti, come alcuni imenotteri (api e vespe), che vi trascorrono il periodo di ibernazione invernale. Anche i funghi giocano un ruolo importante degradando il legno e rendendolo “aggredibile” da insetti che non hanno gli enzimi o i batteri simbionti per poter digerire le componenti strutturali del legno (es. cellulosa).