La decisione dell’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco, di rendere gratuita la pillola anticoncezionale per le donne di tutte le fasce d’età ha trovato un consenso molto ampio. Ma non di tutti. E non per il costo dell’operazione che andrebbe a costare al Ssn 140 milioni di euro l’anno. Una cifra modesta, rispetto al risparmio che potrebbe dare in termini di una diminuzione degli aborti.
Pro Vita & Famiglia la bolla come una scelta “grave e pericolosa” e chiede come sia possibile “conciliare la pillola contraccettiva libera e gratuita come panacea di tutti i mali, senza sottolineare i gravi effetti collaterali fisici e psicologici che possono portare fino a depressione e istinti suicidari” e “invitare le ragazzine a bombardarsi di ormoni”.
“Sconcertato” Massimo Gandolfini, leader del Family Day, perché la scelta “va nella direzione opposta rispetto al problema della denatalità”. Ed è una critica comune a tutti i gruppi che contestano la pillola gratis quella che evidenzia la presunta contraddizione fra le intenzioni del governo di dare impulso alla natalità, proprio nel momento che l’Italia tocca il record negativo delle nascite dall’Unità d’Italia: solo 393mila.
Il Movimento Italiano Genitori afferma addirittura che l’Aifa “discrimina chi fa i figli”.
Contraria anche la senatrice di FdI, Lavinia Mennuni, che sottolinea come la decisione sia stata presa dai vertici in scadenza dell’Aifa, mentre è un compito che “compete alla politica”.
Approva invece la pillola gratis il presidente degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, Filippo Anelli: “Un provvedimento condivisibile, riduce le ineguaglianze e rende le donne uguali davanti alla salute”.
Mettere l’utilizzo della pillola in relazione con il calo delle nascite non ha senso. Va invece messa in relazione con la prevenzione degli aborti, per il semplice fatto che non è che una coppia che non vuole avere figli rinunci per questo ai rapporti sessuali.
Sono altre le cause della natalità. Motivi culturali, ma soprattutto economici. Da un sondaggio realizzato dalla Società di diagnosi prenatale e medicina materno fetale per capire quale sia lo strumento più efficace per convincere le coppie a mettere al mondo un figlio risulta senza ombra di dubbio che basterebbe un contributo in denaro tra i 500 e i 1.000 euro al mese fino al termine della scuola primaria.
Tutti gli altri aiuti che si è pensato o si pensa di dare alle coppie per incentivare la natalità lasciano il tempo che trovano, dai bonus, alla detestazione o agli interventi sociali. Dietro il calo delle nascite ci sono motivazioni culturali ed anche carenze nei servizi, ma tutto questo potrebbe essere superato con un intervento semplice e diretto come un contributo in denaro diretto sul conto corrente di quelle famiglie che decidono di fare un figlio.