«Il Veneto è ancora sul podio nazionale per numero di vittime in occasione di lavoro. Una rilevazione drammatica per il primo trimestre del 2023. Perché stiamo parlando di 20 vittime; 15 quelle rilevate in occasione di lavoro e 5 in itinere. E con questi dati il Veneto è ancora al terzo posto in Italia dopo la Lombardia (29 decessi) e il Piemonte (16). Numeri che portano il Veneto ad abbandonare la zona rossa e ad entrare nella meno allarmante, ma non certo confortante, zona arancione, rimanendo quindi con un’incidenza di infortuni mortali superiore alla media nazionale». Mauro Rossato, presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering di Mestre, riassume così l’emergenza in Veneto sulla base dell’ultima indagine realizzata dal proprio team di esperti.
E per definire ancor meglio la situazione dell’insicurezza sul lavoro in regione, l’Osservatorio mestrino elabora una mappatura del rischio rispetto all’incidenza della mortalità. L’Osservatorio mestrino studia infatti da circa 14 anni il rischio di infortunio sul lavoro e da tre anni divide l’Italia a colori, alla stregua della mappatura utilizzata durante l’emergenza pandemica. La zona arancione, quella in cui è entrato il Veneto a fine marzo 2023 è la zona che, dopo la rossa, raggruppa le regioni con l’incidenza di mortalità sul lavoro tra le più elevate a livello nazionale. In sostanza, a fine marzo 2023 il rischio di infortunio mortale in Veneto (7,0 morti per milione di occupati) risulta comunque superiore rispetto alla media nazionale (pari a 6,4).
Nel dettaglio poi, a fine marzo del 2023 sono 4 le province venete che si trovano in zona rossa: Rovigo (21,5), Treviso (10,6), Padova (9,7) e Verona (9,6). Notevolmente più alte, dunque, sia rispetto alla media regionale (7,0), che a quella nazionale (6,4). Quasi un terzo dei decessi in provincia di Verona (6), a Padova (5), a Treviso (4), a Venezia e a Rovigo (2), a Vicenza (1).
Alla fine del primo trimestre 2023 le denunce di infortunio totali sono diminuite del 26% rispetto alla fine di marzo del 2022: erano 23.489 e ora sono 17.380. Ma questa riduzione è in realtà dovuta quasi esclusivamente alla scomparsa dalle statistiche degli infortuni connessi al Covid.
Quello delle Attività Manifatturiere è ancora il settore più colpito in occasione di lavoro (3.067 denunce), seguito da Costruzioni (885) e Sanità (833). Sono poi 818 quelle registrate nel Commercio. Mentre nei Trasporti sono 769.
Da gennaio a marzo 2023 è sempre la provincia di Verona quella con il più elevato numero di denunce totali di infortunio: 3.495. Seguono: Vicenza (3.438), Padova (3.306), Treviso (3.097), Venezia (2.704), Belluno (708) e Rovigo (632). Infine, sono 5.977 le denunce delle donne lavoratrici e 11.403 quelle degli uomini. Le denunce dei lavoratori stranieri sono 4.248 (circa un quarto del totale).