Con la primavera, com’è naturale che sia, è arrivata anche la stagione delle fioriture e dei pollini, che se segna il risveglio della natura dopo la pausa invernale. Per molti diventa un problema. Sono sempre di più coloro che soffrono di pollinosi che provocano riniti, congiuntiviti ed anche asma, che delle allergie è la manifestazione più grave.
Gian Enrico Senna, Direttore della Clinica di Allergologia dell’Ospedale di Verona e past-president della Società italiana di Allergologia, osserva che il dato più rilevante che emerge dall’esperienza clinica è che gli allergici per pollinosi sono poli-sensibili per l’80%. Vale a dire che la reazione allergica non si limita più solo al polline di una singola pianta, ma si estende a quello di più piante. Il risultato è che invece di soffrire di pollinosi solo in quel determinato periodo di fioritura di quella certa pianta ha manifestazioni allergiche prolungate nel tempo in corrispondenza di diversi periodi dell’anno che possono coprire anche sei mesi. Ci sono così degli allergici poli-sensibili che starnutiscono, hanno il naso che cola o gli occhi che prudono oppure, nei casi più pesanti, che hanno difficoltà di respirazione dall’inizio della primavera e anche per tutta l’estate.
I rimedi sono sempre basati sugli antistaminici, che oggi hanno avuto un’evoluzione tale da poter essere assunti anche in gravidanza, e dai cortisonici. Particolarmente utili gli steroidi che si possono inalare, che non hanno effetti generali come quelli assunti per bocca o per via parenterale.
Resta sempre fondamentale l’immunoterapia, attuabile dopo aver individuato l’allergene o gli allergeni, attraverso una terapia desensibilizzante.