Il rapporto con il territorio è una priorità, per questo la strategia industriale degli ultimi anni ha puntato in maniera decisa sugli investimenti per migliorare e rendere sempre più efficiente sia il servizio che le infrastrutture” spiega il Presidente di Acque Veronesi Roberto Mantovanelli. “In questo senso è positivo che l’incremento dei costi dell’energia e dei materiali non abbia inciso particolarmente sulla pianificazione e sulle tariffe. Grazie all’operazione hydrobond, sottoscritta con i gestori veneti che fanno parte del consorzio Viveracqua, è stato infatti garantito un livello di finanziamenti adeguato a sostenere il piano delle opere e le maggiori uscite di cassa”. Su tutti un dato rispetto agli investimenti, quei “56,5 euro per abitante che rappresentano un andamento in linea con la media nazionale”.

Un’azienda solida e in crescita Acque Veronesi che realizza nuove opere e infrastrutture per il territorio senza pesare sulla bolletta. Fondamentali le attività portate avanti sul fronte Pnrr: “31,5 milioni di euro già ottenuti per progetti che partiranno a breve – spiega il Mantovaelli – “La nuova dorsale idrica Belfiore-Verona Est è stata finanziata per 23,4 mln di euro, al nuovo essiccatore fanghi che sarà realizzato al depuratore di Verona sono stati destinati 7,1 mln di euro e il potenziamento del depuratore di Bussolengo è stato finanziato per 1,15 mln di euro. Stiamo attendendo l’eventuale rifinanziamento di un altro progetto importante, di digitalizzazione delle reti idriche, particolarmente significativo nell’ottica di una ulteriore riduzione delle perdite, già in calo costante dal 2017” 

La siccità nel 2022 è stata molto complessa da gestire e per rispondere alla crisi idrica è entrato in vigore il nuovo piano regionale “strutturato in tre fasi”.  Mantovanelli: “Una prima fase, quella d’emergenza, che si è verificata quando abbiamo portato l’acqua con le autobotti nelle zone più in difficoltà in particolare nella Lessinia occidentale, una seconda fase che comprende circa una ventina di interventi che possono portare risultati nel breve termine. Infine una terza fase dedicata ai grandi progetti infrastrutturali per decine di milioni di euro, per dare risposte sul medio lungo periodo migliorando in generale tutto il sistema acquedottistico del territorio”. L’utile netto, quasi 500 mila euro, sarà reinvestito.