Compago si conferma la più classica delle poison pill nella guerra per il controllo di una società che, in questo caso, è Agsm Aim. Non bastavano l’inchiesta del Tribunale delle imprese di Venezia, la querela per diffamazione al presidente Federico Testa, la richiesta di risarcimento che certamente avanzerà Compagno (doveva essere acquisita da AgsmAim, ma è stata abbandonata sull’altare) ora arriva il pignoramento dei conti avanzato dal professor Stefano Ambrosini – nella foto, ordinario di diritto commerciale, esperto in fallimentare, fra i tanti incarichi già presidente di Veneto Banca, nel cda Ferroli Spa, commissario giudiziale del Gruppo Tosoni ed oggi presidente di FinPiemonte nonché autore della denuncia per diffamazione di Testa – per 110mila€ di compensi (relativi a più  pareri legali) impagati.

Non propriamente una bellissima immagine per la multi-utility berico-scaligera, quasi un milione di clienti in tutta Italia, che nella giornata di oggi è stata costretta a chiarire la propria posizione a mezzo di un comunicato stampa: «Ambrosini ha ricevuto un primo incarico nel settembre 2022 e, dopo la seduta del Consiglio di Amministrazione del 26 settembre 2022, un più ampio incarico sulla vicenda dell’operazione Compago.

Tale incarico è stato affidato in via d’urgenza. Non è stato chiesto al prof. Ambrosini un preventivo, non sono stati chiesti preventivi alternativi né sono stati verificati i requisiti di moralità in capo al professionista, cosa prevista nel caso di applicazione del regolamento incarichi. Il professore, dopo la sottoscrizione dell’incarico, ha reso più pareri, a seguito di ulteriori richieste che dichiara di aver ricevuto. L’allora presidente del Consiglio di Amministrazione, Stefano Casali, il 5 dicembre 2022 (due giorni prima dell’Assemblea dei Soci già convocata con all’ordine del giorno la sua revoca) ha inviato al prof. Ambrosini una lettera in cui riconosceva le attività e il relativo valore (quantificato da Ambrosini in 109.000 euro)».

Attenzione, di questo ammontare – spiega Agsm Aim – gli uffici non erano a conoscenza. Sottolinea la nota: « Questo documento non è agli atti della società, ma è stato prodotto in giudizio dal prof. Ambrosini». Non è un particolare irrilevante: se non era arrivata la parcella, come poteva essere messa in pagamento?

E ancora, prosegue la nota : «In data 29 marzo 2023 è stato notificato, dall’avv. Iozzo, ad AgsmAim, un atto di precetto con richiesta di pagamento del compenso per i pareri resi. Il presidente Federico Testa ha quindi chiesto agli uffici di verificare la coerenza con l’incarico formalmente conferito. In data 19 aprile 2023 l’ufficio legale di AGSM AIM rispondeva all’avv. Ambrosini che si sarebbe data una risposta in ordine alla richiesta di pagamento. In data 12 maggio 2023 perveniva, dall’avv. Iozzo (che si presume sia il legale del professor Ambrosini, ndr) , senza preavviso, atto di pignoramento per l’importo complessivo. Si è subito contattato quest’ultimo professionista, sia a mezzo telefonico sia a mezzo mail, per avvisare che si era pronti a pagare già in giornata, ma che risultava necessario chiarire gli importi, in quanto AgsmAim è sostituto di imposta e non avrebbe potuto pagare al professionista l’intero importo come indicato nell’atto di precetto, dovendo essa versare direttamente all’erario la ritenuta d’acconto. Si è dunque scritto nuovamente all’avv. Iozzo chiedendo di ricevere i conteggi corretti, anticipando che, non disponendosi del dato, si sarebbe poi provveduto comunque immediatamente nella giornata di lunedì prossimo».

La notizia è stata fatta filtrare alle agenzie a conferma che, ritardo nel pagamento o meno (dal dicembre 2022 al maggio 2023: uno degli atti di precetto più veloci della storia…), quello che si voleva non era soltanto incassare la notula. E la manina della politica, fra le righe, s’intravvede chiara. Di Agsm Aim, del suo futuro industriale, dei suoi dipendenti e dei suoi clienti sembra importare davvero poco.