I dati confermano che il 30% della popolazione veronese adulta è affetta da ipertensione arteriosa, percentuale che sale al 60% negli over 70. Ma è un numero di pazienti potenzialmente sottostimato visto che almeno il 10% dei veronesi ha la pressione alta e lo ignora perché non si è mai sottoposto a misurazione. Il secondo fattore critico per i pazienti è l’abbandono della terapia. E’ certificato che il 40% degli ipertesi diagnosticati smette di prendere i farmaci entro il primo anno di terapia, sottoponendosi così agli stessi rischi di malattie cardiovascolari gravi di chi non è mai stato trattato. La comparsa di ipertensione arteriosa è inoltre in aumento anche tra bambini, adolescenti e giovani e pari a circa il 10%. Ci sono infine le forme ipertensive secondarie gravi, causate spesso da altre patologie vascolari o endocrine.
Gli ospedali di Borgo Roma e Borgo Trento hanno organizzato oggi un punto informativo in ognuna delle due sedi ospedaliere per le misurazioni e per le informazioni alle persone. L’iniziativa ha coinvolto l’Uoc Medicina generale C che è Centro eccellenza ESH, diretta dal professor Pietro Minuz, insieme al prof Cristiano Fava coordinatore Trivento Società italiana ipertensione; e l’Uoc Geriatria B, diretta dal professor Mauro Zamboni, con il professor Francesco Fantin.
In ognuna delle due Unità operative sono attivi da tempo gli ambulatori specialistici: a Medicina C Borgo Roma quello per le ipertensioni gravi, ambulatorio pediatrico e ambulatorio per le donne in gravidanza; a Geriatria B Borgo Trento ambulatorio ipertensione. Nella maggioranza dei casi l’ipertensione arteriosa non dà disturbi e spesso i sintomi si presentano solo dopo molti anni, quando sono già in atto danni all’organismo. Spesso la causa è sconosciuta (ipertensione essenziale o primitiva), ma sono noti alcuni fattori di rischio oltre all’età: familiarità, eccessivo consumo di sale, sovrappeso o obesità, sedentarietà, uso di alcuni farmaci o sostanze (pillola contraccettiva, antinfiammatori, cortisonici, vasocostrittori nasali, anfetamine, cocaina, etc).
In Italia, l’ipertensione arteriosa rappresenta la più importante causa di malattie cardiovascolari, come l’infarto miocardico e/o l’ictus cerebrale, lo scompenso cardiaco e aritmie come la fibrillazione atriale, contribuisce allo sviluppo di insufficienza renale cronica e può causare persino la rottura dell’aorta o l’occlusione delle arterie delle gambe. Lo scopo della XIX Giornata Mondiale contro l’Ipertensione Arteriosa, promossa in tutto il mondo dalla World Hypertension League e in Italia dalla Società Italiana dell’Ipertensione arteriosa, è di informare la popolazione sui rischi associati alla malattia ipertensiva. Per questo ogni anno, il 17 maggio, si organizzano campagne di sensibilizzazione. Quest’anno lo slogan è “Misura bene e controlla la tua pressione per vivere più a lungo”, proprio per abbassare la percentuale di chi è inconsapevole.
Il Professore Minuz, direttore Medicina C: “Il dato più rilevante è il 10% della popolazione generale che non sa di essere iperteso. Questo significa essere esposti a rischio cardiovascolare, cioè l’ipertensione è la principale causa di eventi gravi come l’infarto, l’ictus e le malattie renali croniche. Il trattamento farmacologico è fondamentale, così come altrettanto importante è informare i cittadini sugli analoghi rischi che si corrono nell’abbandono della terapia. Un fenomeno che si riscontra nel 40% dei casi entro il primo anno dalla diagnosi. L’appello ai cittadini è di tenere monitorata la pressione anche da soli per avere maggiori garanzie di una vita sana. Ci sono poi i casi di ipertensione grave causata da altre patologie o per soggetti che non rispondono alle cure”.
Il Professore Zamboni, direttore Geriatria B: “Mantenere il peso corporeo stabile e fare regolare attività fisica permette di avere un invecchiamento migliore e senza ipertensione. Gli eccessi ponderali e l’obesità sono infatti i due fattori scatenanti. E’ utile misurare la pressione ad ogni età ma soprattutto quando gli anni passano visto che la prevalenza aumenta. Abbiamo una vasta gamma di farmaci che possiamo combinare tra loro, spesso la terapia di combinazione è la migliore ma qualche piccola rinuncia alimentare è altrettanto importante”.
Professore Fantin responsabile del centro ipertensione Geriatria B: “Negli anziani l’ipertensione arriva al 60% degli ultra 70enni. Più di un anziano su due ha l’ipertensione arteriosa. La difficoltà del trattamento negli anziani è legata agli effetti collaterali dei farmaci e per effetto dell’ipotensione ortostatica, cioè quando l’anziano si mette in piedi e la pressione si abbassa rapidamente quindi può dare vertigini o svenimenti. Per questi pazienti è necessaria una terapia mirata rispetto alla vasta gamma di farmaci a disposizione”.