(di Bulldog) Ad un ministro della Repubblica viene impedito fisicamente di presentare un proprio libro e di poter esprimere le proprie opinioni in un incontro pubblico e l’organizzatore di quell’incontro – lo scrittore Nicola Lagioia, direttore del Salone del Libro di Torino – denuncia la deriva autoritaria di quello stesso governo che ha la forza nemmeno per presentare un libro. Allo stesso Salone, un’altra scrittrice – Michela Murgia che pubblica i suoi libri per quel mafioso di Berlusconi – denuncia la “natura profondamente fascista” di un governo della Repubblica senza per questo venir manganellata, costretta a bere olio di ricino, oppure portata in carcere come fanno repubbliche, quelle sì, democratiche come Nicaragua, Russia, Iran, Cina e Venezuela.

Un altro personaggio pubblico dell’informazione, dopo quarant’anni di continuativa presenza negli schermi RAI – 40 anni! mica uno – decide di cambiare canale ed incassare i milioni offerti da un network privato denunciando (o meglio, facendo denunciare da altri…) lo spoil system che lo priva dello stipendio pubblico.

In mezzo a quest’orda di camice nere, pancette in orbace e pulce sul bavero, mi sorge spontaneo un sospetto: non è che dopo cinquant’anni di grassa cornucopia offerta alla cultura di sinistra di questo Paese da una politica decerebrata, la casta dei “liberi e puri” abbia paura di perdere la prebenda mensile? Se è così, Giorgia: apri subito i cordoni della borsa! I “liberi e puri” rifaranno quel viaggio che hanno già percorso “con orgogliosa sicurezza” dal ’45: dalla Difesa della Razza alla stampa comunista in un solo giro di valzer.