Aumenta l’attività chirurgica dedicata a pazienti ad alto rischio di neoplasia mammaria, per storia personale e/o familiare o perché portatrici di mutazione genetica. La “mastectomia profilattica”, conosciuta dall’opinione pubblica per gli esempi celebri di Angelina Jolie e Bianca Balti, è la chirurgia di riduzione del rischio perché l’intervento non cura una patologia ma riduce/elimina il rischio di sviluppare un carcinoma. Nel 2022 sono state 34 le mastectomie profilattiche eseguite, trend in crescita rispetto alle 13 del 2017 (13 nel 2018, 18 nel 2019 e 2020, 25 nel 2021, 8 nel 2015). Nella maggior parte in donne di giovane età.
La mastectomia profilattica bilaterale (Mbp) viene effettuata in donne sane ad alto rischio di carcinoma mammario che scelgono di ridurre il rischio di sviluppare il tumore. La mastectomia profilattica controlaterale (Cpm) è invece un’opzione chirurgica di quelle pazienti già affette da carcinoma mammario unilaterale che decidono di effettuare una mastectomia di riduzione del rischio per prevenire lo sviluppo di un tumore nel seno controlaterale.
L’identificazione del rischio avviene attraverso test genetico, non solo per familiarità ma anche per finalità terapeutica. Forte è l’integrazione con i chirurghi plastici e ginecologi, l’expertise dei singoli operatori e il percorso di crescita del team multidisciplinare.
C’è un ambulatorio dedicato con i chirurghi, genetista che stabilisce le eventuali modalità del test genetico e il percorso psicologico di supporto per evitare che si tratti di una scelta emotiva. Una volta avviata la presa in carico, le donne usufruiscono del codice di esenzione per tutte le fasi di cura. Le linee guida internazionali stabiliscono la familiarità con almeno tre casi di carcinoma mammario fra i parenti. La risposta del test genetico arriva in 30 giorni, mentre l’eventuale intervento, chiesto da 7 donne su 10, si farà entro 60 giorni.
La chirurgia profilattica si avvale di nuove tecnologie con migliori esiti chirurgici e di guarigione. Nel 2022 è iniziata in Aoui la formazione in chirurgia senologica con l’applicazione della chirurgica robotica. Una innovazione che non viene ancora applicata come gold standard terapeutico nella chirurgia mammaria oncologica, ma può essere utilizzata nella chirurgia profilattica della mammella. L’applicazione necessita quindi di una learning curve fondamentale per un più sicuro e corretto approccio. I due chirurghi senologici veronesi stanno completando l’iter per arrivare entro l’anno a fare a Verona la prima mastectomia profillattica con l’utilizzo del robot.
Inoltre, la Uoc Chirurgia Senologica è pioniera nell’impiego del verde di indocianina con imaging in fluorescenza (ICG) per la mappatura preoperatoria del linfonodo sentinella. Una nuova applicazione è rappresentata dal verde indocianina come biomarcatore per identificare la vascolarizzazione tissutale post mastectomia grazie ad una microangiografia intraoperatoria. Questo agevola la fase ricostruttiva del chirurgo plastico, che grazie a queste informazioni individua per la paziente le modalità mirate che garantiscono maggiore sicurezza e migliori esiti.
L’Uoc Chirurgia senologica è diretta da Francesca Pellini ed è parte integrante della Breast Unit HUB della Regione Veneto. Ogni anno si eseguono circa 5000 prestazioni ambulatoriali e circa 700 interventi chirurgici per patologia mammaria, con una degenza media di 1,4 giorni. Il rispetto dei tempi di attesa entro 30 giorni per interventi per neoplasia della mammella è raggiunto in oltre il 90% dei casi (ultimi dati Agenas-Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari regionali). Il personale medico è dedicato al 100% alla chirurgia senologica, secondo gli standard europei dei centri di Senologia, come pure il personale infermieristico (case manager e breast care nurse), presente in tutte le fasi del percorso.
Le pazienti vengono accolte presso gli ambulatori per la prima visita, i successivi controlli, la valutazione onco-genetica, la preparazione all’intervento chirurgico e le medicazioni. La Uovc di Chirurgia Senologica ha ricevuto la Certificazione Europea di European Society of Mastology e partecipa annualmente agli open day del Progetto Onda per l’assegnazione dei 3 Bollini Rosa agli ospedali italiani “vicini alle donne”.
Francesca Pellini: “Negli ultimi 5 anni abbiamo raddoppiato il numero di interventi di mastectomia preventiva. Oggi le donne sono più informate e anche la tecnologia si è molto evoluta. Per questo, abbiamo sviluppo percorsi diagnostici e terapeutici per individuare le pazienti ad alto rischio, per storia personale o per familiarità, di sviluppare il carcinoma della mammella. In questi casi si arriva alla scelta della mastectomia profilattica, che può essere bilaterale in pazienti sane o monolaterale in pazienti che hanno già avuto una mastectomia per neoplasia. La mastectomia profilattica nella maggior parte dei casi è una mastectomia che conserva tutta la cute, l’areola e il capezzolo ed è sempre associata alla fase ricostruttiva. Dal punto di vista chirurgico due sono le innovazioni in cui Verona è apripista. L’impiego del verde indocianina, che è un metodo di contrasto con un tracciante vegetale, lo utilizziamo per valutare la vascolarizzazione post mastectomia profilattica. Una buona vascolarizzazione garantirà al nostro chirurgo plastico il miglior esito ricostruttivo. E poi c’è la robotica: il robot è il futuro per la chirurgia senologica dal momento che dà esiti cicatriziali minimali, accorcia la degenza ed è ottimale per l’immagine corporea della donna. Contiamo di arrivare a pianificare il primo intervento di chirurgia profilattica robotica entro la fine del 2023, quando sarà terminata la formazione dei nostri due chirurghi”.