(Di Matilde Anghinoni) Quanto influisce la progettazione del paesaggio sul cambiamento climatico?(Qui il nostro video) E come si può operare a livello architettonico per fare fronte ai problemi ambientali? Queste e tante altre domande hanno trovato risposta questa mattina, al convegno organizzato dall’Ordine degli Architetti di Verona: una delle tappe del più ampio progetto “Percorsi di Architettura, i cent’anni dell’Ordine”.
È stata il primo dei cinque incontri programmati destinati all’amministrazione ma anche ai privati cittadini. Questa mattina si è discusso in particolar modo di qualisiano le modalità più efficaci per la creazione di zone verdi che rispettino le specificità del territorio.
A proposito di questo tema abbiamo intervistato Cesare Benedetti, Vicepresidente dell’Ordine degli architetti: “Viviamo in un mondo in cui il clima sta cambiando. Basti guardare le recenti alluvioni e la precedente siccità. Noi dobbiamo pensare al verde in un’ottica che non sprechi l’acqua, oggi più che mai bene prezioso da gestire in una maniera diversa dal passato. Bisogna quindi focalizzarsi sulle nostre specificità di flora e fauna, un ragionamento che faremo insieme in termini di progettazione urbanistica anche nei prossimi eventi“.
L’importanza, quindi, di progetti globali destinati alla città di Verona. “Non si tratta solo di cambiare l’aspetto estetico delle città, – spiega Fabio Pasqualini, architetto paesaggista che ha pianificato il ciclo di incontri – il verde è oggi di importanza centrale, tanto quanto le infrastrutture grigie. Le persone sentono sempre più la necessità di stare negli spazi aperti e di usare la mobilità dolce. E quindi, attraverso un’azione multidisciplinare, bisogna agire sul paesaggio come un sarto, cucendo i territori e sistemando i problemi di dissesto”.
Una conferenza non solo per le amministrazioni ma anche per i cittadini che vogliono avvicinarsi a questo tema. Ed infatti Valter Angeli, consulente botanico con alle spalle oltre quarantacinque anni nel settore di erbe e fiori, ha dato qualche consiglio sulle piante più adatte alla creazione di zone verdi che permettano di risparmiare acqua e manutenzione. Tra queste, ad esempio, l’iris pallida ma anche la salvia pratensis, tipiche della pianura padana. “Bisogna recuperare le varietà adatte al nostro territorio che, data la loro rusticità molto pronunciata, riescono a sopravvivere senza irrigazione, con scarsa manutenzione e persistendo nel tempo. In sintesi: bisogna scegliere essenze meno appariscenti ma più durevoli nel tempo”.
La conferenza si è inserita all’interno del progetto “Percorsi di Architettura, i cent’anni dell’Ordine” che vede come fil rouge “Archi”, una piramide da costruire simbolo del ruolo che gli architetti dovrebbero avere al giorno d’oggi. Obiettivo dell’intera rassegna, dunque, dimostrare che gli architetti di Verona ci sono, e vogliono riprendersi la loro funzione culturale di cura, progettazione e costruzione della visione della città e del suo territorio.