Francesca Parmesani è una nuova giocatrice dell’Alpo Basket: nata a Lodi nel 1998, 181 cm. di altezza, è un 3-4 molto duttile, in grado di ricoprire più ruoli. Ha iniziato a giocare a San Martino in Strada (LO) nel minibasket, per poi passare nel settore giovanile del Fanfulla 2000 Lodi. Nel 2014/2015 il passaggio a Crema in A2 dove ha militato per 5 stagioni e vinto 2 Coppa Italia. Nel 2019/2020 l’esordio in A1 con la maglia di Broni con la quale ha giocato pure la stagione successiva. Infine l’esperienza di Lucca, sempre nella massima categoria: 2 stagioni per lei in Toscana, l’ultima delle quali terminata due mesi fa con la salvezza ai play-out.
“Parme” vanta inoltre una lunga esperienza con le nazionali giovanili azzurre con cui ha disputato gli Europei under 16, under 18 e under 20, oltre che la rassegna iridata Under 19 nel 2017.
Francesca, perché hai scelto l’Alpo Basket?
« Perché è una società di cui me ne hanno sempre parlato bene e che fa la A2 di buon livello da parecchi anni. Per me è stato facile dire di sì, ho giocato contro Alpo moltissime volte, mi avvicino a casa e Verona è una bella città: cosa volere di più?».
Dopo 4 anni di A1 torni al piano di sotto: sarà più facile per te?
«Per nulla, direi: in A1 hai meno responsabilità perché ci sono le straniere, in A2 non è facile, la responsabilità è nostra perché ti metti in gioco e hai un ruolo centrale nella squadra. Pure l’anno scorso diverse giocatrici sono scese in A2 e, ovviamente, il livello si è alzato: sarà così, anzi forse di più, anche nel prossimo campionato».
A proposito del prossimo campionato, come lo vedi anche se è presto per dare giudizi?
«Non c’è nulla di scontato e lo si è visto anche quest’anno con Castelnuovo Scrivia che doveva vincere e non ha vinto. Inoltre la composizione dei gironi sarà differente, quindi difficile dire qualcosa, posso solo dire che l’Alpo che sta nascendo mi sembra che possa fare bene».
A 25 anni a che punto è la tua carriera, cosa vedi davanti?
«Bella domanda, non mi pongo obiettivi a lungo termine: penso soltanto alla prossima stagione dove dovremo competere in tutte le competizioni. Se mi chiedi se voglio tornare in A1, rispondo sì, è un obiettivo».
Come hai iniziato a giocare a pallacanestro?
«Vengo da una famiglia di cestisti, i miei giocavano a basket e sono entrata in palestra già a 6-7 anni perché mio papà allenava e io rimanevo a bordocampo a guardare. Poi ho iniziato con il minibasket e via via con le giovanili, ed eccomi qua».