(di Bulldog) Shelby Steele è un professore alla Stanford University in California. E’ uno dei maggiori studiosi dei conflitti inter-razziali negli USA. Ed è nero. La sua opinione sulla retorica razziale delle minoranze è fulminante: «Chi dice oggi che l’America è un Paese intrinsecamente razzista è palesemente in malafede, è un imbroglione. Black Lives Matter è la più grande “industria delle lamentele” esistente. Non rappresenta la comunità nera. E’ una struttura che ha incassato 83 miliardi di dollari facendo leva sul senso di colpa dei bianchi che pagano pur di non sentirsi definire razzista. Ma è inutile come l’affirmative action che manda i ragazzi neri al collegi non perchè bravi, ma solo perchè neri. E questo a scapito di ragazzi più preparati, più volenterosi, anche di altre minoranze razziali». Steele queste cose le ha dette ieri sera sulla 7, notoriamente una televisione non di destra. Anzi. Apertamente schierata per il centrosinistra e i cinquestelle.

Direte: embè? chissenefrega? ce frega, ce frega eccome. Mi è venuto in mente Shelby Steele (è nato nel 1946: la segregazione la conosce per esperienza vissuta) guardando quel video infame su Tik Tok dove un gruppo di teppisti – italiani e non – hanno circondato, minacciato, poliziotti e soldati in ordine pubblico alla stazione di Porta Nuova. Tutto per un arresto compiuto nei confronti di un pluri-pregiudicato maghrebino che nelle immagini è a terra, dolorante, dopo aver volontariamente colpito col capo il selciato. Col video una serie di commenti come se il giovane fosse un nuovo George Floyd per la cui morte (avvenuta a 5mila chilometri da noi) la sinistra italiana, pro-immigrazione, si è inginocchiata in Parlamento. Commenti che si uniscono al lungo elenco di post, commenti, titoli dei giornali sulle “torture” nella Questura di Verona che sono “il frutto del clima di razzismo” che permea Verona.

Sabato si terrà persino una manifestazione – ovviamente contro la Polizia – per denunciare il clima di terrore che regna nella nostra città dove – evidentemente – la sera passano Ford Falcon senza targa a rapire giovani immigrati e democratici “progre” nemmeno fossimo nella Buenos Aires degli Anni Settanta. La martellante narrazione della tortura – basata su un atto di accusa della magistratura e non su una sentenza passata in giudicato – ha il solo scopo di permettere all’illegalità di restare impunita. Agli immigrati irregolari di non mostrare i documenti alle forze dell’ordine e di rifiutarsi di dichiarare le proprie generalità e attività; agli amanti del rave di tornare a danzare con l’acido nelle sere d’estate; alle anime belle di giocare ai “democratici” kennediani nelle case sul lago di Garda, così si sentono un po’ a Martha’s Vineyard, facendo finta di non sapere che gli immigrati regolari negli USA, soprattutto i latinos, hanno votato in massa Donald Trump perchè con la teppaglia e il caos da cui sono scappati non vogliono più avere nulla a che fare. Che i neri di New York hanno votato un sindaco – Eric Adams – che vuole riportare legge e ordine anche con la forza, ridando alla polizia quelle risorse che il precedente sindaco Bill De Blasio ha tolto come “punizione” per il pugno duro usato contro le gang. De Blasio era un democratico, manco a dirlo, e il nuovo sindaco è un nero che vuole liberare i neri (le prime vittime) dalla violenza settaria delle gang.

Allora, prima di sabato sarà il caso di ribadire agli agenti di polizia che soltanto una piccola parte di Verona, che abita nella ZTL, che gioca alla politica e che fra tre anni e mezzo tornerà a discutere al bar, si sente minacciata dalla loro presenza; che la gran parte di Verona comprende le fatiche e la durezza del servizio che svolgono sullo strade; che davanti alla loro divisa, la stragrande maggioranza dei veronesi (di prima, seconda e terza generazione…) si sente protetta e mai minacciata. E, soprattutto, che attende una condanna passata in giudicato per esprimere un giudizio sulle persone che (forse) hanno commesso un reato (e vedremo poi eventualmente quale). L’altra Verona, quella che vi ha già condannato, che sta sempre dalla parte dei delinquenti e mai da quella dei poliziotti, la troverete sabato inginocchiata col pugno alzato. Probabilmente urlerà scempiaggini. Vi chiediamo scusa in anticipo.

(Foto: La Cronaca di Verona)