Sono sei i finalisti veronesi dell’edizione 2023 dell’Oscar Green, premio per l’innovazione in agricoltura promosso dai giovani di Coldiretti, che i sono distinti per fantasia imprenditoriale e per la sostanza di progetti. L’iniziativa è nata sotto l’Alto Patrocinio del Presidente della Repubblica ed è stata sostenuta dal Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG, da Forgreen Spa SB, dal Gruppo Maschio Gaspardo, Sergio Bassan – trattori per passione – dal 1957, dal Consorzio Agrario del Nord Est e il Consorzio Agrario di Treviso e Belluno – la casa degli agricoltori.
Questi i sei i giovani veronesi candidati tutti laureati o con un diploma di agraria in tasca. C’è Alessandro Filippi, 28 anni di Lazise, influencer che ogni giorno alle 19 fa aggiornamenti su Youtube raccontando la sua vita di imprenditore agricolo ai coetanei direttamente dall’Agriturismo di famiglia. Tutti i giorni si collega con i suoi quasi 65mila followers arrivando anche a 400mila visualizzazioni e spiegando la vita del contadino, come quando ha immortalato con la sua go-pro la sua prima volta sul trattore per l’aratura. A lui è andato il premio ex equo per la categoria “Impresa Digitale”.
Presente anche Riccardo Poli, 38 anni di Cerro Veronese, reso celebre dalla sua scalata di pochi giorni fa sulla palestra di roccia in Val Borago per recuperare uno sciame. La sua partecipazione a Oscar Green è collegata però al suo impegno verso le popolazioni africane della Guinea Bissau. Il suo obiettivo quello di formare nuovi apicoltori che possano contribuire a integrare l’alimentazione infantile con il miele e allo stesso tempo riescano a sviluppare nuove economie locali.
Serena Bellè, trent’anni, pensa invece alle famiglie del suo territorio, quello dell’areale di Sona e propone le settimane verdi nella sua fattoria didattica. Qui i bambini, una volta finita la scuola, possono passare le giornate all’aperto in contatto con animali e la natura sollevando così i genitori che ancora lavorano. Tra le attività proposte c’è anche la Sbrisolona confezionata dai piccoli letteralmente da cima a fondo raccogliendo l’orzo in campo che poi macinano a mano con la pietra del piccolo molino presente in azienda.
Riccardo Verzè ha 31 anni e con la famiglia gestisce un agriturismo a Cazzano su un cucuzzolo che sovrasta la Val Tramigna. Su quel cucuzzolo ora ci sono anche le Pecore Brogna perché Riccardo ha deciso di salvaguardare una razza antica ormai quasi abbandonata nel territorio veronese. L’ha spinto la volontà di non disperdere il grande patrimonio di biodiversità legato a una razza dalle molteplici potenzialità.
Lucrezia Moroni, 22 anni di Verona, sta ancora studiando ma è già coadiuvante nell’azienda di famiglia dove sta sperimentando l’utilizzo dell’ozono nelle pratiche agronomiche in viticoltura. La filiera ne beneficia in sostenibilità, sicurezza alimentare e in qualità.
Il sesto candidato è Simone Zocca, 32 anni di Bussolengo che nelle serre del padre coltiva l’alga Spirulina. L’idea vincente è stata quella di fare rete con altri cinque imprenditori per produrre un integratore proteico per utilizzo umano e animale. Simone ha infatti creato una rete di impresa che permette alle aziende di raggiungere un maggior numero di clienti, dividendosi i costi e affrontando insieme le problematiche. La Spirulina viene utilizzata come additivo per succhi di frutta, pasta e cosmetici.
Tra i cinquanta partecipanti la giuria ha scelto la creatività artistica applicata alla viticoltura della trevigiana Anika Collodel, la generosità della veneziana Margherita Maggi che affida gli orti terapeutici, il genio di Marco Prosdocimi giovane padovano che ha salvato la produzione di ciliegie dal gelo, l’impegno per il presidio del territorio del bellunese Eris Costa, le uova super food del polesano Alberto Boccato, la stalla automatizzata realizzata dal vicentino Giacomo Dal Maso, l’abilità di relazionarsi con il pubblico del veronese Alessandro Filippi. La cerimonia si è tenuta nella “Tenuta di Cavallino” prima stalla storica ristrutturata ed adibita a ristorante, con locali che conservano tuttora i tratti originali dell’annesso rustico cinquanta neo imprenditori si sono contesi il podio della 17^ edizione. Suddivisi per sei categorie: “Energie per il futuro e sostenibilità”, “Impresa Digitale”, “Campagna Amica”, “Custodi d’Italia”, “Fare Filiera”, “Coltiviamo solidarietà” i candidati sono stati salutati dal Presidente della Regione del Veneto Luca Zaia che ha esordito dicendo: “I giovani indicano la via e nel primario crescono a doppia cifra. Sono la dimostrazione che questo comparto è dinamico e caratterizzato da aziende non analogiche ma digitali. Lo dimostra l’elenco dei concorrenti animato da numerose start up. L’innovazione in agricoltura è unica in un contesto che viene definito rinascimentale, in una regione che traina da sempre il panorama nazionale per numeri e distintività”.
“La nuova generazione degli agricoltori veneti testimonia una grande determinazione per il lavoro dei campi – ha detto il delegato degli under 30, Marco De Zotti – Lo spaccato fornito dai concorrenti rispecchia il quadro regionale con la conduzione delle aziende agricole affidata a neo laureati che rispettando l’indirizzo agronomico tradizionale apportano al sistema aziendale sia tecnologia che le proprie passioni e attitudini, rivelando cosi un settore che favorisce la realizzazione personale. Secondo i dati elaborati sulla base del PSR (Programma di Sviluppo Rurale) sono 3.500 le domande di primo insediamento presentate, delle quali il 75% sono state ammesse; quindi saranno 2500 i giovani che potranno beneficiare del premio di primo insediamento. Si prevede una spesa media di 100mila euro che una stima della spesa avviata dai giovani finanziati vicina ai 250milioni di euro; di questi la metà hanno già portato a termine l’investimento.
Dalle donne arriva un segno importante il 38% dei primi insediamenti è a titolarità femminile con le migliori espressioni della multifunzionalità agricola. Quello dell’agricoltore non è un mestiere che si improvvisa ma è sicuramente un lavoro moderno che attraverso l’energia delle schiere giovanili conserva il suo appeal e vive una stagione di grandi contenuti strategici per cogliere le sfide del mercato. Con responsabilità di Giovani di Coldiretti sostengono i loro ideali confermando le battaglie per la difesa del suolo fertile e il diritto al cibo sano. Sul nostro futuro incombe l’incognita di una deriva sempre più reale: quella dei prodotti costruiti in laboratorio dal latte alla carne, dal pesce fino alla manipolazione degli embrioni. Si tratta di una indecenza – sostiene Marco De Zotti – e proprio agli studenti universitari rivolgo l’appello di badare bene alla scienza: la ricerca non diventi l’alibi per creare i presupposti della libertà di andare contro natura”.