L’influenza aviaria si né manifestata negli ultimi decenni con varie epidemie che hanno colpito soprattutto gli allevamenti intensivi di pollame. L’esperienza ci ha insegnato che il virus che ne è responsabile può infettare anche i mammiferi e sono stati anche rilevati casi di contagio sull’uomo che d’origine a una malattia con sintomi lievi, come congiuntivite e piccoli problemi alle alte vie respiratorie.
Alcuni casi di passaggio da uccello a mammifero si erano già manifestati nel Regno Unito e in Spagna. Ora il Ministero della Salute nei giorni scorsi ha accertato cinque cani e un gatto contagiati dal virus H5N1 in un allevamento avicolo in provincia di Brescia dove c’era un focolaio di aviaria.
Ministero della Salute controlli costanti per intercettare la presenza di eventuali focolai, soprattutto causati dal passaggio da uccelli selvatici infetti. Gli allevatori e gli addetti alla macellazione dei polli sono considerati le categorie più a rischio avendo mia possibilità di entrare in contatto con animali infetti. A costoro si consiglia di vaccinarsi contro l’influenza per facilitare, in caso di contagio, la diagnosi differenziale.
Ma quello che più preoccupa, data la capacità di mutazione del virus dell’influenza aviaria, è che avendo la capacità di adattarsi ai mammiferi, una volta trasmesso all’uomo possa acquisirne delle altre e diventare pericoloso.