“La legge sul ripristino della natura ha un bellissimo nome ma in realtà è un provvedimento cervellotico, i cui obiettivi e tempistiche minacciano interi settori produttivi, aziende e lavoratori”. Lo sostiene Paolo Borchia, europarlamentare della Lega e coordinatore Id in commissione per l’Industria, la Ricerca e l’Energia (ITRE), commentando il voto all’assemblea plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo .
“Il rischio – spiega Borchia – è che le imprese del Nord Est chiudano per mancanza di competitività. Ma se l’Europa pensa di poterle svendere si sbaglia di grosso e noi continueremo a dare battaglia. Patetica l’esultanza di oggi di Sinistra e dei Verdi per avere salvato un provvedimento così discutibile, per una manciata di voti: ma il dato politico è che la maggioranza Ursula non c’è più. La Lega continuerà ad opporsi agli estremismi ambientalisti propinati dalla UE che mettono in ginocchio troppe imprese locali e i nostri agricoltori”.
“Così come è stato per le emissioni prodotte dalle stalle: grazie alla Lega, infatti, al Parlamento europeo si è evitata l’ennesima assurdità imposta dall’ambientalismo radical chic tanto caro alla UE, con la Commissione che le voleva equiparare a quelle industriali: un’assurdità che avrebbe danneggiato pesantemente un settore cardine del Made in Italy”, sottolinea Borchia. “Questa volta il cordone sanitario l’abbiamo fatto noi andando contro provvedimenti che hanno il solo scopo di ridurre al verde i conti correnti di chi, con difficoltà, continua a fare impresa. I 5 Stelle che hanno votato contro e il PD che si è presentato spaccato vogliono insegnare a noi a governare? Ridicolo”.
La Nature Restoration Law, il contestato provvedimento proposto dalla Commissione Europea, ha ricevuto un via libera di stretta misura, con 336 voti a favore e 300 contrari con 13 astenuti. Era presente anche Greta Thunberg, che appoggia la norma insieme alle associazioni ambientaliste, mentre gli agricoltori europei si sono detti contrari. Obiettivo dello strumento legislativo è il ripristino degli ecosistemi degradati e la volontà di fermare la perdita di biodiversità, sempre nel quadro della lotta al cambiamento climatico.
La Commissione chiarisce che grazie alla legge si punta a ripristinare entro il 2030 almeno il 20% delle superfici terrestri e marine dell’Unione e il 15% dei fiumi. Sempre da qui al 2030, si prevede di realizzare elementi di paesaggio ad alta biodiversità su almeno il 10% della superficie agricola utilizzata. Dopo questo voto, il Parlamento annuncia di essere pronto ad avviare i negoziati con il Consiglio Europeo sui dettagli contenuti nella legge. Il via libera infatti è stato seguito da un voto che rinvia la proposta di regolamento in commissione Ambiente, mentre dopo la fine dei negoziati inter-istituzionali il testo tornerà al Parlamento per giungere a un testo definitivo.