In Veneto la popolazione delle zanzare è triplicata rispetto all’anno scorso. La primavera piovosa e il caldo hanno favorito la moltiplicazione dei fastidiosi insetti. E questa non è una buona notizia, specie per quella categoria di persone che sono più facilmente prese di mira dalle zanzare perché la loro pelle produce più anidride carbonica e acido lattico.
La buona notizia invece è che quest’anno non è stato rilevato ancora nessun caso, né negli animali né negli umani, di ‘West Nile’, la febbre causata dal virus di cui è portatrice una zanzara di origine africana e di cui nel 2022 ci sono stati dei casi anche in Italia.
L’Istituto Zooprofilattico Speciale delle Venezie ha fatto sapere che quest’anno con il monitoraggio eseguito finora non è emerso alcun caso di West Nile nella nostra regione. A parte la pericolosità dell’infezione, l’assenza del virus fa. Risparmiare alcune centinaia di milioni sul sistema sanitario veneto perché, se fossero rilevati dei casi nelle zanzare esaminate a campione, ciò comporterebbe l’avvio immediato di uno screening di massa su tutti i donatori di sangue. E’ infatti impensabile che ci possa essere l’eventualità che li sangue trasfuso da un donatore possa contenere quel virus. Con lo screening i donatori che, pur non avendo sintomi, risultassero positivi al West Nile perché sono stati punti da una zanzara portatrice, verrebbero automaticamente esclusi dalle donazioni. Fatto che comporterebbe una minor disponibilità di sangue. Il che non è mai una bella cosa.
L’assenza del virus permette quindi di mantenere gli standard normali delle donazioni e di risparmiare sull’organizzazione dello screening.