Il disservizio nella raccolta dei rifiuti di diversi comuni che fanno capo alla Serit, società partecipata di Agsm, sta diventando un problema serio. I cittadini che si vedono cambiato il calendario della raccolta sono piuttosto contrariati e le amministrazione comunali si sforzano di spiegare loro che in questo non hanno alcuna responsabilità. Serit riferisce che il problema è principalmente dovuto alla mancanza di personale, soprattutto di autisti, in una stagione, quella estiva, che ha il più alto volume di produzione di rifiuti, specialmente nei paesi ad alto afflusso turistico.
Alcuni Comuni hanno dovuto subire ritardi e anche dei cambi di calendario con una riduzione delle raccolte settimanali di umido, che con il caldo è il rifiuto più problematico da gestire in casa.
Serit sta cercando di colmare le carenze di organico con nuove assunzioni ( https://www.serit.info/lavora-con-noi ). Ma al momento la situazione è quella descritta.
Quello che sta accadendo dipende da scelte politiche fatte a suo tempo. Per capire bene le cause bisogna sapere che il servizio dedicato ai rifiuti è affidato al Consiglio di Bacino Verona Nordche organizza e controlla il servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani per 58 Comuni della provincia di Verona, per un totale di quasi 418.000 abitanti e oltre 235.000 utenze servite tra famiglie e attività commerciali.
Il Consiglio di Bacino ha affidato a Serit il servizio di raccolta e smaltimento rifiuti. I Comuni, che sono le istituzioni che hanno il rapporto diretto col cittadino, hanno il compito di incassare la Tari, con la quale pagare il costo del servizio al Consiglio di Bacino/Serit.
Questo il meccanismo.
Però il disservizio che s’è venuto a creare si poteva evitare ed è la conseguenza della scelta di aver voluto gestire un’attività così sensibile per la tutela dell’ambiente con un’unica azienda per ben 58 comuni, per di più in situazioni geografiche ed economiche completamente diverse. Un carrozzone che difficilmente può fare dell’efficienza la sua cifra.
Due anni fa l’Azienda Gardesana Servizi, AGS, sede a Peschiera, che gestire il depuratore delle acque del Lago, s’era offerta di prendere in appalto la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti di una ventina di paesi del Garda e del suo entroterra. Un’area omogenea sia dal punto di vista demografico che economico. Ciò avrebbe comportato una razionalizzazione del servizio e, grazie ai numeri più contenuti, anche la possibilità di un miglior monitoraggio dei bisogni sia dei cittadini che delle necessità aziendali, quale è appunto il turnover del personale.
Ma logiche diverse dalla funzionalità e dai bisogni dei cittadini hanno impedito questa operazione. L’assemblea del Consiglio di Bacino Verona Nord presieduta dall’allora sindaco di Sona Gianluigi Mazzi non ha accettato la proposta del presidente del presidente dell’AGS, Angelo Cresco. I cittadini pagano sulla loro pelle quella scelta sbagliata.