Vini di Verona: restano uno dei motori dell’economia dell’intero territorio. Le principali cantine veronesi nel passato esercizio sono cresciute del 5,68% passando da 1,88 miliardi di fatturato a 1,99; nello stesso periodo la crescita delle esportazioni è stata leggermente inferiore, del 5,28%, da 1,24 a 1,31 miliardi di euro. Il peso dell’export sul totale del fatturato è così calato in un anno dello 0.3% attestandosi però ad una quota comunque importante del 66%.
E’ uno dei dati che emerge dalla classifica annuale delle principali cento cantine italiane elaborate dalla giornalista Anna Di Martino: si tratta delle realtà che superano i 10 milioni di fatturato annuo e che, assieme, rappresentano il 61% del volume d’affari del settore. Un comparto dove cresce di anno in anno la concentrazione: il fatturato delle big infatti in un anno è passato dal 55 al 61% e il peso sull’export dal 54 al 65,8%. Verona, in questo fa una parte di rilievo: una bottiglia italiana su cinque vendute è veronese, proporzione che sale a una su quattro nel caso di vendite all’estero.
Vini di Verona, un vigneto grande 17mila ettari
E sono oltre 17mila gli ettari di proprietà di queste 17 cantine veronesi, un dato questo dove pesano considerevolmente gli ettari “conferiti” dai soci delle cooperative che rappresentano ancora il motore della nostra produzione.
E’ stabile il numero delle cantine veronesi nella top-100 italiana e sono stabili anche le posizioni delle realtà, cinque, che superano la soglia dei 100 milioni di fatturato: Giv, Italian Wine Brands (società quotata), Cantina di Soave oggi Cadis 1898, Schenck Italia, Collis Wine Group (nata dalla fusione della Cantina di Colognola ai Colli e la consorella dei Colli Berici) e Contri Spumanti.
In termini di crescita del fatturato, la cantina veronese più performante è Corte Giara Allegrini, più 20% dal 2021, seguita da Masi (società quotata) col più 12% a sua volta inseguita dalla cantina di Pigi Bolla, Valdo, che cresce dell’11,6%. Quasi in doppia cifra Tommasi, più 9.48%. Cielo & Terra a più 8.52% precede la performance di tutto rilievo (con grandi dimensioni la crescita raramente conosce grandi strappi) di GIV e Cadis 1898 che portano a casa l’8.12%. Con le best in class anche Zenato, al 7.98% di crescita del fatturato.
Abbiamo già visto che mediamente una bottiglia veronese su quattro viene venduta all’estero: ma ci sono realtà che fondamentalmente vendono tutto all’estero lasciando al mercato italiano una quota residuale di vendite. Pasqua, ad esempio, ha una percentuale di export pari all’88% delle sue vendite complessive. Tommasi viaggia all’87%. Italian Wine Brands all’82.52% mentre Masi Agricola e GIV vendono oltre confine sette bottiglie su 10.