Le credenze popolari sono frutto dell’esperienza di secoli ed anche quando paiono campate in aria, prive di qualsiasi fondamento scientifico se non addirittura assurde, poi arriva il momento che ci si accorge che poi così strampalate non sono.
Prendiamo la credenza popolare che il caldo eccessivo dia alla testa e che col caldo è più facile che qualcuno impazzisca. Quante volte, anche in occasione di fatti di sangue provocati da qualcuno che ha ‘perso la testa’ il commento è stato: mah, sarà stato anche il caldo.
Effettivamente secondo le più recenti acquisizioni della psichiatria qualcosa di vero c’è. Esiste una relazione, oltre che nella statistica, fra il caldo eccessivo e chi dà di matto. La spiegazione sta nel fatto che tutti noi, anche sani di mente, siamo tali per l’equilibrio che s’instaura nel nostro cervello fra pulsioni irrazionali e la corteccia cerebrale. In certi casi questo equilibrio è sottile, labile, precario, come nei malati psichici e un nonnulla può modificarlo. Ecco allora che una persona ‘normale’ si può scompensare e dar luogo a comportamenti patologici.
Il caldo eccessivo può essere uno di questi fattori di scompenso. Specialmente se una persona è in stato di compensazione grazie all’assunzione di farmaci che attraverso l’eccessiva sudorazione possono essere eliminati più facilmente dall’organismo così da non poter più svolgere la loro funzione. Da considerare anche che i pazienti psichiatrici hanno più difficoltà degli altri a porre in essere dei comportamenti utili a subire meno gli effetti negativi della calura, con conseguente innervosimento e disagio che possono essere la goccia che fa traboccare il vaso della compensazione.
Ecco allora che la credenza popolare che con il caldo sia più facile dare di matto non è una semplice diceria, ma una felice intuizione fondata sull’esperienza collettiva.