Col pareggio di Bologna s’era vista una luce, e con l’Atalanta pareva che Cioffi fosse riuscito a prendere le misure della sua nuova squadra, a posizionare i suo uomini nelle posizioni giuste e a dare un gioco con le caratteristiche che si adattano ad un team che non più quello degli ultimi due anni, ma che è composto pur sempre da elementi di tutto rispetto. Per di più con l’inserimento di un giovane come Terracciano, veronese del vivaio, classe 2003, che stavolta è sceso in campo fin dall’inizio ed ha fatto un figurone. Con Veloso regista adiuvato da un Ilic, che fortunatamente, almeno per ora, rimane a Verona, e con Tameze spostato in avanti a comporre un nuovo tridente: al posto di quello formidabile composto da Barak, Simeone e Caprari, quello con Tameze, Henry e Lasagna.

Per tutto il primo tempo l’Hellas domina in lungo e in largo, fa gioco, rimane sempre nella metà campo atalantina e crea anche qualche occasione da gol. Il tutto avvantaggiato da qualche difficoltà degli ospiti evidenziata dal nervosismo di Gasperini, uno dei migliori tecnici italiani. Ma evidentemente anche lui quando cambiano i giocatori ha bisogno di tempo per individuare la nuova formula. Tanto gioco, ma non segna.

Poi, con l’entrata di Muriel nel 2° tempo, l’Atalanta cambia completamente e al 50’, quando inopinatamente il Verona lascia a centrocampo un vuoto che nessuno va a colmare, ne approfitta e con un gran tiro da lontano che Montipò non riesce a prendere passa in vantaggio.

Al 62° Lazovic, di gran lunga il migliore in campo, prende la traversa con un tiro da fuori area. Ma l’Hellas non solo non segna, ma scoprendosi rischia di aggravare il punteggio. Alla fine però anche questa partita è persa.