Relativamente ad alcune tematiche sollevate in questi giorni dal “Comitato per la difesa dell’ospedale Magalini” e dal sindacato Fp Cgil, si ritiene doveroso precisare ai cittadini quanto segue sulla situazione degli organici e della programmazione degli ospedali dell’Ovest Veronese.
In primo luogo è opportuno evidenziare che la DGRV 614 del 2019, pur rappresentando la normativa regionale di riferimento vigente, non tiene conto della profonda riorganizzazione che il sistema ospedaliero si è dovuto dare in questi anni per far fronte all’emergenza Covid-19 e che ne ha necessariamente rallentato l’attuazione. Ciò premesso, fin dalla sua fondazione l’ULSS 9 è impegnata a migliorare l’offerta di servizi a favore dei cittadini nel rispetto della programmazione, sia investendo in nuove dotazioni tecniche, nell’ammodernamento delle sedi esistenti e nella realizzazione di nuove strutture (quale l’ospedale di Villafranca, inaugurato nel 2018), sia soprattutto attraverso l’assunzione di personale per far fronte al fabbisogno del territorio. Come è ben noto, tuttavia, la carenza di medici e infermieri è una questione di portata nazionale ed è il vero grande problema che ad oggi impedisce di raggiungere l’obbiettivo della completa attuazione delle schede e di attivare tutti i posti letto previsti.
«Come Azienda – spiega il DG dell’ULSS 9, Pietro Girardi – abbiamo attuato tutte le misure a disposizione per assumere nuovo personale e sopperire alle carenze, e continueremo ad adoperarci in tal senso». In particolare, per quanto riguarda l’ospedale di Villafranca, attualmente 11 incarichi di Primario su 14 sono coperti e per i tre mancanti (Cardiologia, Ortopedia e Oculistica) sono state attivate le procedure di assunzione. Dall’inizio del 2020, inoltre, solo al Magalini vi sono state 394 assunzioni tra personale sanitario, tecnico e amministrativo.
A fronte delle cessazioni, risulta un saldo positivo di 188 unità che ha permesso, tra l’altro, di aumentare la disponibilità di posti letto da 47 a 56 a partire dal 6 luglio 2022. Le prestazioni sono state sempre garantite da tutte le Unità operative anche durante l’emergenza pandemica fino a quando, nel periodo più acuto della pandemia, le decisioni prese a livello nazionale e regionale hanno reso necessario rivedere l’organizzazione ospedaliera dando priorità alla cura dei pazienti Covid.
«A tal riguardo – prosegue Girardi -, mi sento di escludere che il Magalini possa tornare a essere ospedale Covid nell’eventualità di una recrudescenza pandemica. Infatti, tolto il primo periodo di emergenza, in accordo con la Regione, abbiamo trovato soluzioni edilizie e tecnologiche che hanno permesso alla struttura ospedaliera di garantire le sue funzioni. Un ringraziamento va a tutto il personale ospedaliero per quanto fatto durante la pandemia e soprattutto nel periodo di classificazione come “Covid-19 Hospital”. Ora però siamo in una nuova fase, grazie ai vaccini e alle nuove terapie disponibili, e a nessun livello una simile ipotesi è stata presa in considerazione. Anzi, l’integrazione della rete ospedaliera e il nuovo modello di sanità territoriale – come previsto dal Pnrr – va in senso diametralmente opposto, con strutture intermedie diffuse sul territorio, gli Ospedali di Comunità, che andranno a “sgravare” i grandi poli ospedalieri quale quello di Villafranca dai ricoveri di pazienti che necessitano di cure a medio-bassa intensità.».
Sono sei gli Ospedali di Comunità individuati dalla programmazione Regionale per la nostra provincia, dei quali quattro nel Distretto 4 – Ovest Veronese, a Bussolengo, Caprino, Isola della Scala e Malcesine. «Bussolengo – rimarca il Direttore Generale – avrà la sua Casa della comunità e l’Ospedale di Comunità. Ci stiamo impegnando, auspicando tempi migliori sia dal punto di vista del recupero di risorse umane che da quello della pandemia, per attivarli il prima possibile».
La priorità a livello aziendale, prosegue, resta «il recupero delle prestazioni rimaste sospese durante la pandemia e tutto il nostro personale, che come sempre ringrazio per l’impegno e la dedizione, sta lavorando alacremente per raggiungere tale obiettivo nel minor tempo possibile. I volumi complessivi di prestazioni erogate nella prima parte dell’anno dimostrano un andamento migliore e crescente rispetto allo stesso periodo del 2021. L’obiettivo contenuto nel Piano Attuativo Aziendale per il primo semestre 2022 prevede un recupero di 10.183 prestazioni ambulatoriali e ne sono state erogate 9.818. Un risultato molto soddisfacente tenendo conto della succitata situazione degli organici».
Infine, rispetto al tema della Procreazione medicalmente assistita (PMA) al Magalini, Girardi evidenzia «un equivoco di fondo: il centro previsto non è stato cancellato e la programmazione ospedaliera non è stata modificata. Come già evidenziato dal primario di Ostetricia e Ginecologia, Dr. Marco Torrazzina, che ha espletato tutte le richieste per attivare il centro PMA, sarà possibile dare corso alla programmazione appena avremo il personale dipendente necessario al fine di garantire il rispetto degli standard previsti e la sicurezza del paziente. Il PMA infatti necessita per gli standard di un numero adeguato di specialisti che al momento non abbiamo a disposizione e che è difficile reperire anche attraverso le selezioni concorsuali, dato che i ginecologi sono tra le specialità più carenti sul mercato del lavoro».