La medicina d’emergenza si potrà avvalere anche dei droni che, pilotati da remoto, possono portare sul luogo dell’incidente o dell’emergenza quello che serve per stabilizzare o salvare il paziente in tempi inimmaginabili anche per un’ambulanza o un’auto-medica che procedono in mezzo al traffico a sirene spiegate.
La Società Italiana Sistema 118 (SIS118) ha deciso di usare i droni per supportare la rianimazione di chi si trova in pericolo di vita. LO scopo è ridurre sensibilmente i tempi di intervento in alcune situazioni critiche e stabilizzare i pazienti e salvare ancora più vite. Lo spiega Mario Balzanelli, presidente del SIS1118.
Sarà così possibile far arrivare in tempi rapidissimi un defibrillatore automatico sul luogo di un arresto cardiaco o sangue in supporto a postazioni medicalizzate ed infermierizzate del 118 che debbano gestire un paziente in grave stato di shock emorragico, ma anche farmaci e antidoti immediatamente indispensabili.
Il drone A-pteron pesa 25 kg e può portare un carico di 2,5 kg, ha un’apertura alare di 2 metri e una velocità di 60 Km/h. Col drone sarà possibile anche “visualizzare vittime – precisa Balzanelli- in contesti difficilmente raggiungibili o in aree in cui i nostri equipaggi non possano accedere. O, ancora, portare supporti ai soccorritori e alla popolazione nelle maxi-emergenze”.
Partner del progetto è il consorzio aerospaziale campano Caltec. Il drone, che sarà pilotato da remoto, nasce dalle esperienze di progettazione e di equipaggiamenti e prodotti aeronautici maturati in 40 anni.